The Sinner 3, la serie televisiva che trovate su Netflix, è come un pugno allo stomaco perché ti lascia senza fiato dall’inizio alla fine. Ti annichilisce, ti coinvolge, ti sconvolge.
The Sinner 3: recensione e trama della serie tv
La terza stagione della fortunata serie televisiva, The Sinner, è un’intensa didascalia sulla vita umana, in perenne lotta tra l’autorealizzazione e la consapevolezza estrema che tutto prima o poi finirà. Come e quando terminerà la nostra esistenza chiaramente non è dato saperlo perché ogni istante potrebbe essere l’ultimo.
La paura della morte, che nasce dal nostro essere finiti in un universo infinito, ci accompagna sin da quando facciamo il nostro ingresso nel mondo e si manifesta tramite la paura della separazione e dell’abbandono ma soprattutto mediante il nostro costante desiderio di piacere e compiacere che ci inchioda ad una quotidianità mediocre e conformante, perché fondamentalmente sappiamo che senza il supporto dei nostri simili noi stessi perderemmo di senso.
Qui la recensione della prima stagione
Il coprotagonista di The Sinner 3 si chiama Jamie Burns (Matt Bomer) ed è un professore di filosofia che invita i suoi allievi a pensare con la propria testa e che sta per diventare padre per la prima volta. La moglie si chiama Leela (Parisa Fitz-Henley) ed è di origini giamaicane. Una sera si presenta davanti alla sua porta Nick Haasn (Chris Messina), un vecchio amico.
Jamie appare leggermente irritato da quella visita inaspettata ma dopo cena i due amici si ritrovano in macchina e poco dopo Jamie è l’unico superstite di un grave incidente automobilistico avvenuto nella proprietà di Sonya Barzel (Jessica Hetch), pittrice di successo. Sulla scena arriva il detective Harry Ambrose (Bill Pullman). La versione di Jamie non lo convince e quindi comincia ad indagare. Qui ovviamente termina il mio racconto.
Qui la recensione della seconda stagione
Ma cosa ci lascia questa serie?
Harry Ambrose – come anche nelle altre stagioni – entra nella psiche del sospettato, immedesimandosi nelle paturnie del giovane professore che si rivela essere molto instabile. Il detective cerca e trova compassione e umanità, andando oltre i limiti del consentito. Trovandosi faccia a faccia con la morte, il commissario uccide il proprio Ego per riconnettersi col suo Sé ferito.
La terza stagione è tanto accattivante quanto contorta e criptica nel suo messaggio simbolico. Con i continui riferimenti alle idee di Friedrich Nietzsche, in modo particolare ai concetti di oltreuomo e alla morte di Dio, questa serie ci tiene sul filo del rasoio e, abbattendo tutte le regole della giallistica, si trasforma in un thriller seriale molto innovativo anche per la materia trattata. Da non perdere! La recensione di The Sinner 3 è stata scritta da Maria Ianniciello