Ti sposo ma non troppo è una commedia che si regge proprio sugli equivoci, asse portante del cinema comico italiano. Andrea (Francesca Incontrada) è una giovane donna delusa dall’amore, Luca (Gabriele Pignotta) è un fisioterapista che finge di essere psicologo per conquistarla, mentre Carlotta (Chiara Francini) e Andrea (Fabio Avaro) sono una coppia in crisi. E poi c’è Giulio, uno dei personaggi di questo film più apprezzati dalla critica.
Giulio è interpretato da Francesco Foti, attore siciliano, classe 1965, formatosi a Milano all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi: «Giulio è vitale, simpatico, sportivo, colorato sia dentro e sia fuori. Ed è il fratello maggiore del protagonista», spiega Foti a Cultura & Culture, soffermandosi su quest’ultima esperienza cinematografica che è arrivata dopo ruoli drammatici e comici in fiction televisive, come il Capo dei Capi e Squadra antimafia 3. «Mi sono documentato molto per il ruolo di Giulio, che mi ha arricchito proprio grazie alla sua personalità», dice.
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Foti ha lavorato in Teatro, al Cinema, in Televisione e anche in Radio, ma, afferma, «ogni ambito mi coinvolge a tal punto che non riesco a dirvi quale dei quattro mi emoziona di più». Stessa cosa anche per i personaggi: «Sono affezionato a tutti, anche se sono legato in modo particolare a Pietro Passalacqua di Raccontami e a Stefano Bontade de Il capo dei capi».
Foti – che sostiene di non avere un modello, perché non vuole correre il rischio di imitare altri attori – ha lavorato con grandi registi, come Roberto Faenza e Giuseppe Tornatore in Baaria. Esperienze che gli hanno consentito di ampliare i propri orizzonti e di perfezionarsi nell’arte della recitazione, che, sostiene, «è vita, perché ci consente di calarci nelle esistenze altrui», come del resto anche la Cultura, una «necessità dell’uomo, che però contrariamente a quanto si pensa può essere remunerativa». Ma come si diventa attori? «Studiando tanto», afferma. E per quanto riguarda il futuro e i sogni nel cassetto dice: «Ma perché non sognare in grande, immaginando di arrivare a Los Angeles, in un futuro non troppo lontano, per ritirare un Oscar magari con un film italiano?».
Maria Ianniciello