Un’adolescente piena di speranze che soffre di diabete (Skunk), un papà distratto (Archie), un vicino di casa tossico e violento (Mr. Osward), un ragazzo dolce ma instabile che, incolpato ingiustamente di stupro, viene aggredito e si inasprisce (Rick), una prova straordinaria di Tim Roth (Archie). Questo e molto altro c’è in “Broken”, pellicola mostrata al Giffoni Film Festival, riservata alla categoria “Generator + 16”, per i ragazzi con più di sedici anni. Un film solido, emotivamente coinvolgente, fisico e crudo; “Broken” è l’opera prima dell’inglese Rufus Norris la cui protagonista è la promettente Eloise Laurence, che interpreta l’undicenne inglese Skunk Cunningham: una ragazzina come tante, con un papà (Tim Roth) un po’ distratto, ma che le vuole bene, un fratello maggiore che è il suo idolo, una mamma che è andata via di casa e un professore che le fa adorare la scuola e la incoraggia a seguire le sue aspirazioni nonostante viva in un ambiente in cui regnano la brutalità e il degrado. In quella grigia periferia della provincia inglese spadroneggia, infatti, la famiglia Oswald, padre tossico con cinque figlie violente e aggressive, che semina la paura minacciando e derubando chiunque gli capiti a tiro. Finisce sotto la sua violenza Rick, vicino di casa, buono ma disadattato, che viene ingiustamente accusato di stupro proprio da una delle sue figlie. l’isolato quartiere in cui prende vita l’intera vicenda somiglia molto ad un microcosmo dove i destini delle tre famiglie che lo popolano si legano profondamente in un circolo vizioso di autodistruzione. Il romanzo si apre con Skunk in coma in ospedale e, man mano che il racconto va avanti, si svelerà il mistero che l’ha ridotta in quello stato. La pellicola, presentata a Cannes, gode del contrasto di due protagonisti che rispecchiano anche fisicamente i ruoli che interpretano sullo schermo, con la dolce e naturale presenza di Eloise Laurence in netta opposizione alla spaventosamente vivida e terrificante partecipazione di Rory Kinnear.