Tramite amicizia, recensione del film di Alessandro Siani
“Fermate Alessandro Siani!”. Ho pensato proprio questo guardando Tramite amicizia, il nuovo film dell’attore e cabarettista napoletano. Lo dico subito. Proprio come si fa quando bisogna tirarsi un dente che duole; meglio togliersi subito il pensiero. Tramite amicizia è il film più brutto del Siani regista.
E’ meglio non fare il paragone con le pellicole in cui il comico partenopeo era solo attore, come Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, perché sotto la regia di altri l’attore riesce ad esprimersi molto meglio.
Siani è uno showman e in questo nuovo film, pur cercando una spalla in Max Tortora – che anche questa volta non ha deluso le aspettative –, non riesce ovviamente ad eclissarsi nella storia. Ed è anche ragionevole che sia così, perché Siani è una garanzia al box office. Il pubblico vuole vedere lui e divertirsi. Il problema è che questa commedia non diverte affatto.
Tranne che per due o tre battute, Tramite amicizia non fa ridere. Ed è un peccato, perché dopotutto la storia c’è. La nuova pellicola del mattatore napoletano è un grande calderone che strizza l’occhio alla tradizionale commedia all’italiana senza la profondità di pensiero e l’ilarità che da sempre caratterizza il Cinema comico del Bel Paese. Ci sono i malintesi ma il troppo storpia: la sparatoria della seconda parte, con tanto di polizia e rapitore, è stata una trovata francamente poco geniale.
Siani dunque abbandona la favola raccontata in Mr Felicità e nel più che convincente Principe abusivo per un film di tutt’altro genere che non ha né capo e né coda, un cinepanettone uscito con un mese e mezzo di ritardo, tra San Valentino e Carnevale.
La Trama di Tramite amicizia
Alessandro Siani veste i panni di Lorenzo, un quarantenne che gestisce un’agenzia per il noleggio di amici. Quando l’imprenditore Alberto Dessé (Max Tortora), a causa della solitudine che lo devasta, decide di vendere la storica fabbrica di dolciumi di famiglia, Lorenzo viene ingaggiato dai suoi familiari (il cognato è al servizio di Dessè) col fine di rendere meno tristi le giornate di Alberto e, dunque, di salvare l’azienda da una vendita ormai inevitabile.
La trama è convincente, anche perché la pellicola affronta più temi legati lavoro. Il problema sono gli eccessi, le gags senza senso, il già visto e sentito, oltre alla superficialità che caratterizza questo film, perché, diciamocelo, si può intrattenere e divertire anche con intelligenza! Maria Ianniciello