A Udine si è conclusa ieri la nona edizione del Festival Vicino/Lontano. Gli organizzatori esprimono la loro soddisfazione per l’andamento dell’evento che è stato positivo.
«Le oltre 30mila presenze registrate in questi giorni confermano il successo di pubblico, la grande attenzione per i contenuti sviluppati quest’anno e l’alta qualità del cartellone allestito a fronte di tagli di contributo, negli anni, penalizzanti – sostiene la curatrice del Festival, Paola Colombo -. Da sottolineare è il forte interesse dei media italiani per la proposta di Vicino/Lontano 2013, con riscontri importanti che hanno scandito il conto alla rovescia per l’avvio di festival e hanno accompagnato in questi giorni il suo svolgimento». Un significativo apprezzamento è stato espresso per le sinergie che si sono quest’anno consolidate intorno al festival: «In particolare il progetto teatrale dedicato a Miklos Hubay – ha affermato Colombo – indica una via importante anche per le edizioni future e in generale per le realtà culturali sul territorio: quella, cioè, di ‘fare rete’ e ottimizzare al meglio le risorse sul campo, per costruire progetti comuni». Ma adesso si pensa alla decima edizione: «Vicino/lontano si propone come un insieme di ‘dialoghi intorno al mondo che cambia’ – ha spiegato Marco Pacini, ideatore del progetto –. Vogliamo sentirci in sintonia con i presupposti della manifestazione e rilanciare il percorso costruito quest’anno intorno alla cultura digitale, per farlo diventare una vera e propria sezione. Altrettanto importante sarà costruire percorsi dedicati e ‘testuali’ intorno agli autori ospiti, per valorizzare non solo il momento di incontro con il pubblico, ma anche il ‘backstage’ di riflessioni e creatività che sostanzia la scrittura di un saggio o di un romanzo». Il presidente dell’Associazione culturale Vicino/Lontano, Alessandro Verona, ha annunciato che «la kermesse intende lavorare a un progetto culturale di forte valenza regionale, consolidando la sintonia e le collaborazione avviate con associazioni, festival e centri di produzione culturale che operano sul territorio».
Guarda al futuro anche il progetto presentato nella mattinata di ieri (domenica 12 maggio) da Andrea Bruciati, Alessandro Verona e Marco Biscione, TinaModotti.lab, legato alla grande fotografa udinese. Obiettivo dell’iniziativa è favorire una sinergia culturale con le strutture museali facenti capo al territorio comunale e regionale nel segno della figura di Tina Modotti, protagonista indiscussa della rivoluzione modernista legata al medium fotografico, per attualizzarne l’eredità artistica e umana attraverso un concorso indirizzato a fotografe under 35 che saranno selezionate a livello internazionale mediante una open call, fra luglio e settembre. Il momento culminante sarà l’inaugurazione alla Galleria Tina Modotti, in occasione dell’edizione di Vicino/Lontano 2014, della mostra personale della vincitrice con le immagini realizzate nel corso della sua permanenza in Friuli Venezia Giulia.
Nelle giornate conclusive della manifestazione molti sono stati i commenti di importanti osservatori del nostro tempo. Lucio Caracciolo, direttore di Limes e geopolitologo fra i più noti, ha spiegato: «L’Europa è l’unico continente che non riesce più a sviluppare alcuna crescita: al di là degli altri Paesi nella zona Euro, non mi stupirei se nell’arco di un paio d’anni anche la Germania entrasse in fase recessiva – ha detto -. I problemi dell’Europa sono molteplici: quelli strutturali legati alla ‘moneta senza sovrano’, le questioni del calo demografico, il declino culturale e tecnologico, la difficoltà di gestire l’immigrazione nel continente. I tempi ci stanno portando verso scenari ‘nordafricani’, dimensioni sociali nelle quali contano i poteri familiari e materiali, mentre scompare ogni forma di associazionismo civile». Umberto Curi ha sostenuto: «Si sono inceppati i meccanismi di selezione della classe dirigente: questo vale per il Pd, ma anche, in generale, per la società italiana – ha affermato ieri mattina il filosofo, autore del saggio ‘Passione’, in uscita mercoledì 15 maggio per Raffaello Cortina editore –. Siamo fermi anche perché i partiti italiani, a cominciare dal Pd, hanno assorbito le dinamiche ‘conflittuali’ spesso silenziandole, senza considerare che risiede proprio nel conflitto il principio motore di ogni trasformazione».