“Un giorno qualunque” è il terzo album, in quattro anni, del cantautore Maurizio Pirovano. La sua voce scura, maschia dà un’entità sonora a parole di riscatto esistenziale e, nelle undici tracce che compongono il disco, salta fuori, in maniera prepotente, l’ispirazione autobiografica dell’artista il quale, attraverso questo suo terzo lavoro, intende infondere una massiccia dose di coraggio a chi ascolta. Le intenzioni ci sono, i testi pure, il problema sta negli arrangiamenti poco originali e privi di una particolare identità che possa rendere il disco riconoscibile. Avvalsosi della collaborazione di Antonio Marinelli (chitarra) e Alessandro Sironi (percussioni), Maurizio Pirovano canta la voglia di vivere senza che qualcun altro scelga per noi, “per non lasciare che sia, perché niente è così sia” eppure tra le sue ballate e gli assoli di chitarra manca ancora qualcosa. Tra i messaggi criptici di “Dove mi porti” spicca la forza della frase “ non ti puoi bruciare prima se non ti accendi” mentre evocativa è l’immagine di un uomo che trascinandosi, ormai vecchio, si chiede se la vita è tutta qua in “Può essere che un giorno”. Maurizio Pirovano si propone in qualità di storyteller, osserva il mondo, il corso degli eventi, le decisioni e i rimpianti di ciascuno e poi traccia bilanci : “Storie”, “Quanta vita ci va”, “Sangue nelle vene”, “Brucia come fosse” si susseguono l’una dopo l’altra tra lividi, pensieri e sogni. Spazio anche all’amore con “L’ultima bugia” e agli affetti familiari con la dolcezza di “Sono con te” e la straziante poesia de “La ragione di un sogno”. A chiudere il disco la second version del brano “ Domani parto”, la canzone che fa i conti all’anima.
R.S.