Tredici anni lunghi un sogno: quello della musica. Questo è il fulcro attorno al quale ruota “Una Voce in Campania” il Festival itinerante ideato dal maestro Rino Quattromani e finalizzato alla valorizzazione del talento dei giovani aspiranti cantanti campani in tutto il territorio nazionale. La finale della XIII edizione della kermesse canora, legata a doppio filo al prestigioso Festival di Castrocaro, si è svolta ieri sera presso la villa Comunale di Arzano (Na) ed è stata condotta dal frizzante speaker, attore e conduttore di Radio Marte, Francesco Mastandrea.
Ad alternarsi sul palco tanti giovani aspiranti promesse della scena musicale italiana che si sono cimentati nell’interpretazione sia di brani editi che inediti. Particolarmente coinvolgenti le esibizioni del duetto Erminia e Antonio, che con “Beauty and the beast” ha vinto la sezione editi del Festival, Anita Landolfo con “Stand up for love” e Valentina Carinelli , vincitrice del premio “Lina Russo Quattromani” con il brano “Heart”. A conquistare la giuria, composta da Domenico Brasiello, Enzo Flagiello, Massimo Purzio e Franco Finizio, la grinta e la personalità di Chiara Iovine che, con il brano “Il mistero più grande” si è aggiudicata la vittoria della sezione editi del Festival. Come lei, sul palco del Festival altri giovani innamorati della musica a partire da Sara Manzoeto con il brano “Fermati” e il cantautore Vincenzo Marullo autore di “Ricordati di te”.
A divertire il pubblico il celtic folk dei The Konzelman Brothers, una band di 5 fratelli, con tanto di genitori al seguito, che ha proposto un coinvolgente medley strumentale. Sul palco anche la giovane vincitrice della prima edizione di Una Voce in Campania Kids Giusy Piscopo che ha interpretato le sognanti note di “Ci vorrebbe il mare”.
Una serata all’insegna della passione, la stessa che da tantissimi anni accompagna la vita professionale di Rino Quattromani, organizzatore del Festival: «Per me la musica è la quintessenza dell’anima, le note scandiscono ogni ora della mia giornata e credo che eventi come questo, i quali richiedono la stessa attenzione e dedizione dei grandi Festival, meritino un riscontro sempre maggiore sia da parte del pubblico che dagli addetti ai lavori. La musica, continua il maestro Quattromani, è linfa vitale; per me che insegno musica anche a scuola, oltre a portare avanti i progetti di solidarietà dell’associazione “Lina Russo Quattromani”, è bellissimo trasmettere questa passione ai ragazzi, mi mantiene giovane e mi diverte. A tutti coloro che volessero avvicinarsi al mondo delle note, conclude il vulcanico artista, dico solo che non bisogna assolutamente smettere di credere nei propri sogni e di lottare per trasformarli in realtà»
Raffaella Sbrescia