Proprio stamattina guardando il calendario ho detto ad una mia amica: «Vorrei cancellare il 2020 dalla mia vita», e poi ho aggiunto: «Non so perché quando devo scrivere una data, quest’anno lo riporto con fatica su carta, ci devo pensare… mi viene il 2018 o il 2019 o anche 2017 ma non 2020». La mia amica ha confermato che le capita più o meno la stessa cosa. E io ho fatto spallucce presa dalla mia solita tristezza quando ripenso al Covid e a ciò che ci ha tolto! Almeno questo era il mio stato d’animo fino a qualche ora fa. Fino a quando non ho visto Mila, il film presentato alla 77. Mostra del Cinema di Venezia nell’ambito della rassegna Orizzonti.
Mila: recensione
Mila (si scrive μήλα) vuol dire ‘mele’ in greco. Diretto da Christos Nikou, il film è una produzione polacca, slovena e greca. La macchina da presa ci conduce nell’abitazione di un uomo che sbatte la testa contro il muro, poco prima di uscire di casa. In città – si sente alla radio – molte persone stanno perdendo la memoria e il protagonista si risveglia a bordo di un treno senza documenti e senza identità. Così viene portato dalle autorità in ospedale, dove inizia la riabilitazione.
Mila è un film intimistico che, con la splendida fotografia di Bartosz Swiniarski, posa lo sguardo su Aris (Aris Servetalis) un uomo solo che cerca la sua strada e la propria identità. Eppure a volte, per superare i dolori bisogna fare i conti con le forti emozioni che lo provocano e che fanno sanguinare ferite non ancora cicatrizzate.
Un film lento ma dal messaggio forte
Questo film è privo di grandi colpi di scena, eppure è suadente nella sua drammaticità. Il ritmo è lento ed è in netta antinomia con i tempi contemporanei, dove il tempo ci sfugge di mano data la rapidità del pensiero e dell’azione.
I momenti morti nella pellicola, per la verità, non mancano ma proprio in queste sequenze i dettagli fanno la differenza perché è, attraverso questi ultimi, che si acquisisce un’idea complessiva dei turbamenti che scuotono l’animo del personaggio principale.
Il senso di solitudine viene così esorcizzato mediante una serie di esercizi, prima semplici e poi via via più complessi, che vanno a stemperare il dolore, rendendolo non solo consapevole ma anche un po’ più sopportabile. Mila non è (a mio avviso) un film che resterà negli annali della settima arte, anche perché i film sulle amnesie non mancano nella Storia del Cinema tuttavia quei lavori sono stati tutti girati prima del Covid.
Quindi, Mila ha un retrogusto agrodolce perché attraverso una storia individuale ripercorre, tra le righe, un dramma collettivo. Comunque questo film ha in sé più di qualcosa di buono e alla fine riesce a scuoterci davvero! Maria Ianniciello
SCHEDA DEL FILM MILA
Regia: | Christos Nikou |
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Produzione: | Boo productions (Iraklis Mavroeidis, Angelo Venetis, Nikos Smpiliris, Aris Dagios, Christos Nikou), Lava Films (Mariusz Wlodarski), Perfo Production (Ales Pavlin, Andrej Stritof) |
Durata: | 90’ |
Lingua: | Greco |
Paesi: | Grecia, Polonia, Slovenia |
Interpreti: | Aris Servetalis, Sofia Georgovasili, Anna Kalaitzidou, Argyris Bakirtzis |
Sceneggiatura: | Christos Nikou, Stavros Raptis |
Fotografia: | Bartosz Swiniarski |
Montaggio: | Giorgos Zafeiris |
Scenografia: | E Birba |
Costumi: | Dimitra Liakoura |
Musica: | The Boy |
Suono: | Leandros Ntounis, Saso Kalan, Tom Lemajic, Kostas Koutelidakis |