Venezia: il Soundtrack Stars va a “Comu è sula la strata”

SOUNDTRACK_STARS__VENICE_LIDO_mostra_internazionale_del_cinema_di_venezia__Un premio, il Soundtrack Stars Award che, alla sua prima edizione, incuriosisce al punto di chiedersi come mai non ci fosse stato prima. Il riconoscimento è  dedicato alla migliore colonna sonora della 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed è prodotto e ideato da Free Event, organizzatore creativo di spettacoli di elevato prestigio, con la collaborazione di Istituto Luce Cinecittà ed  il patrocinio della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni Culturali nonché della Siae. Con una giuria presieduta dal regista Giuliano Montaldo e composta da Laura Delli Colli (presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici), Gino Castaldo (Repubblica), Cristiana Paternò (vicedirettore di Cinecittà News) e dal cantautore Cesare Cremonini, l’iniziativa nasce con l’obiettivo di premiare la migliore colonna sonora, ovvero il brano che, attraverso la propria presenza, svolga un ruolo assolutamente concreto all’interno del film in cui compare. Vincitore di quest’anno è stato  “Comu è sula la strata”, tratto dall’album “Bella Maria” dei siciliani Enzo e Lorenzo Mancuso e colonna sonora del film “Via Castellana Bandiera” di Emma Dante. Voci intense, drammaticamente graffiate, conferiscono identità e significato alla scena finale del film, sposandosi, così, con gli intenti della Dante. La costruzione asciutta del film, così come riportato nella motivazione del premio, vede la forza emotiva dell’opera affidata ai gesti, ai silenzi, ai dialoghi e quest’unico brano musicale riassume, quindi, il senso più profondo della pellicola.

La giuria ha inteso premiare, perciò, “la ricerca coerente, originale e appassionata” degli autori del brano i quali, da sempre, scandiscono gli attimi della loro delicata realtà attraverso l’utilizzo delle note.

Cesare Cremonini © menchic.it
Cesare Cremonini © menchic.it

Tra i grandi protagonisti della giuria, il cantautore Cesare Cremonini che, al di là di qualsiasi dietrologia, ha lasciato trasparire tutta la propria emozione: frequenti  interviste, tweet e  fotografie, hanno raccontato, senza filtri e quasi in tempo reale, tutta la gioia con cui l’artista ha preso parte all’evento interpretando questa esperienza come una preziosa occasione di arricchimento e crescita artistica e personale. La sua emozione, il suo immedesimarsi sia nel ruolo di giurato serio che di verace e vorace appassionato di musica hanno lasciato che anche il pubblico si avvicinasse un po’ di più allo spirito della mostra, concentrandosi sulla forte intersezione che esiste tra i linguaggi artistici

Raffaella Sbrescia

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