Pochi film nel 2017 mi hanno appassionarono e coinvolsero visivamente quanto Assassinio sull’Orient Express. Il film andrà in onda questa sera, 18 marzo 2020, su Rai 1, in prima serata. Di seguito la recensione e la trama della pellicola, basata sul libro di Agatha Cristie che trovi qui.
Assassinio sull’Oriente Express: recensione e trama
Si sa, le immagini in una pellicola sono tutto, a differenza di un romanzo, attraverso il quale la fantasia vola o almeno dovrebbe volare se l’autore è bravo nelle descrizioni. E Agatha Christie lo era! Infatti, un libro non diventa un bestseller così… come per incanto. Un romanzo deve appassionare, coinvolgere, soprattutto se si tratta di un giallo/thriller, che non deve farci perdere la concentrazione. Di conseguenza se quest’ultima scarseggia significa che qualcuno ha fallito e… questo qualcuno è di certo lo scrittore. Con il cinema è diverso o forse no?
I personaggi si muovono su uno specchio dipinto
La forza di Assassinio sull’Orient Express è tutta nelle immagini. I personaggi si muovono su uno specchio dipinto (così amava definire il Cinema Ettore Scola) solo per loro. Difatti, ciascuno recita la sua parte, ciascuno ha il suo ruolo, ciascuno indossa spregiudicatamente la propria maschera.
L’ignaro spettatore dovrà cogliere in ogni sfumatura del film la menzogna. E dopotutto che cos’è la verità, se non un modo di vedere la realtà precostituito, artificioso, concettuale? Attraverso intensi primi piani, ampie panoramiche, spettacolari vedute, riprese dall’alto, forse per affinare l’occhio dello spettatore, la macchina da presa di Kenneth Branagh (nel duplice ruolo di regista e attore, nel film veste i panni del baffuto e famoso ispettore Hercule Poirot) ci catapulta nella Gerusalemme degli anni Trenta.
In questo contesto si muove impavido e agile il detective Poirot, il quale si ritrova poi, suo malgrado, sul treno che attraverso l’Europa dell’Est, il Simplon Orient Express appunto. In una gelida traversata si compie un omicidio efferato e, mentre vediamo l’ispettore fare le sue indagini, il filo della matassa si fa sempre più intricato, confuso, ricco di nodi da sciogliere.
Il perfezionista Poirot deve cogliere l’imperfezione nell’omicidio ma verso la fine una o più domande si fanno sempre più strada nel suo cuore: la razionalità può spiegare l’irrazionale? L’umanità potrà mai mettere da parte il proprio istinto a favore della logica e della giustizia? E che cos’è la giustizia, dopotutto? Domande che rendono il capolavoro di Agatha Christie molto attuale.
Assassinio sull’Orient Express: qualche curiosità
Il regista, avvalendosi di un cast di celebrità (da Johnny Depp a Josh Gad e Derek Jacobi, da Michelle Pfeiffer a Penélope Cruz e Willem Dafoe, da Lucy Boynton a Leslie Odom, Jr e Judi Dench) dirige una pellicola encomiabile con una fotografia eccellente (che mi ricorda vagamente le atmosfere di Hugo Cabret, pellicola del 2011) e una sceneggiatura ben articolata, anche se troppo centrata sul detective belga, intorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi. Qualche curiosità? Agatha Christie si ispirò, quando scrisse il romanzo, al Rapimento Lindbergh, un fatto di cronaca nera che sconvolse l’America degli anni Trenta.
Assassinio sull’Orient Express uscì per la prima volta nel 1933 a puntate sul Saturday Evening Post. Il primo adattamento cinematografico del romanzo risale al 1974. La pellicola fu diretta da Sidney Lumet che si avvalse di un cast stellare! (Marica Movie and Books)