Un bambino è morto di Morbillo e adesso di chi è la colpa?

Un bambino è morto di Morbillo a sei anni, perché aveva la Leucemia, e si riapre la campagna mediatica pro vaccini. In questa sede non voglio tanto soffermarmi sull’importanza della Vaccinazione – che se fatta con un criterio logico e senza altre finalità – è necessaria perché così si tutelano soprattutto le fasce più deboli della società. La profilassi è un mezzo importante che deve essere usato nel miglior modo possibile. Non sono un Medico (in sedi opportune magari affronteremo questo argomento con personale esperto) e di conseguenza non posso dare pareri sui vaccini che poi non sarebbero oggettivi. Ciò che però mi preme affrontare in questa sede è di mia stretta competenza e riguarda l’Informazione.

Il giornalista può esprimere una sua opinione che dovrebbe essere sempre accompagnata da una certa etica professionale. Il lettore, come affermava Montanelli, dovrebbe essere l’unico e solo mittente. Il grande giornalista lo chiamava dittatore, intendendo che solo i lettori hanno la priorità nella selezione delle notizie e non la Politica. Eppure in Italia (e non solo) l’Informazione è soggiogata dalla classe dirigente, dal marketing e dagli editori che spesso hanno interessi in altri settori; perciò utilizzano le loro Testate come se fossero dei megafoni con l’obiettivo di accrescere il loro potere. E` ingiusto fare di tutta l’erba un fascio ma in linea di massima funziona così.

bambino è morto di Morbillo

E allora si innescano campagne spietate utilizzando vicende private che in altre circostanze sarebbero passate inosservate. Il tutto per creare un’arena fuori e dentro i social, i cui partecipanti sono tante volte cattivi, spietati ed arroganti. Il bambino, che è morto per la Leucemia (il Morbillo ha solo attecchito in un terreno fertile come affermava Pasteur), ha dei genitori che vengono accusati sul web di essere degli irresponsabili perché non hanno vaccinato gli altri due figli. Ora, premettendo che il piccolo avrebbe potuto contrarre il Morbillo in altri ambienti (anche in ospedale per esempio), io mi chiedo: ma li conoscete? Siete andati a pranzo con loro? Come si chiamava il bambino che è morto per il Morbillo? Che vita faceva?

Ciò che manca al giornalismo contemporaneo è la compassione, intesa come predisposizione a provare empatia per le disgrazie altrui. I genitori, sempre più sottoposti sotto la lente di ingrandimento dell’opinione pubblica, si sentono così vulnerabili e l’istinto – che dovrebbe guidarli – viene a mancare! I tuttologi del Web diventano così i giudici dei comportamenti altrui e per i malcapitati non c’è scampo.

La pubblica vergogna uccide e mette al patibolo chi magari ha solo agito in buona fede! E una vicenda privata diventa così merce nelle mani di alcuni (non tutti) giornalisti senza scrupoli e senza umanità! Io penso che il Giornalismo (mio primo amore) possa ritornare alle radici e riacquistare dignità agli occhi dei lettori e dei telespettatori, i quali – quando hanno una mente critica – si accorgono che il dibattito è pilotato, orchestrato ad arte e tante volte forzato con notizie prive di utilità solo per confermare una tesi.

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