Fabiana aveva sedici anni ed è stata uccisa, in modo atroce, dal suo giovane killer. Ma perché un rifiuto ha suscitato tanto odio, così tanta ferocia? In Italia sono molte le Fabiane che vengono mortificate e ferite, se non addirittura uccise. Ragazze e donne che sentono di valere meno di niente e che legano la loro vita a quella di un uomo, il quale a volte si rivela brutale e feroce. Qualcuno potrebbe trovare la causa di questi gesti inconsulti nei facili costumi, qualcun altro potrebbe accusare il femminismo, altri potrebbero sostenere che nel dna maschile c’è scritto solo “violenza”. Io ritengo che la motivazione vada ricercata in un insieme di fattori che vanno dall’avvilimento del corpo femminile messo in bella mostra in televisione e sui giornali alle scene di violenza che si vedono nei film, dove gli eroi sono coloro che uccidono in nome delle giustizia; feroci assassini che sono considerati degli angeli. Di questo però nessuno scrive o parla. I giornalisti si limitano a divulgare le notizie dimenticando spesso che, come ha affermato di recente Sergio Zavoli, hanno anche un’altra funzione: quella di formare l’opinione pubblica. Perciò, una volta comunicata la notizia, è necessario diffondere anche messaggi positivi invitando le persone alla cooperazione e al rispetto delle idee altrui senza rincorrere lo scoop per fare audience e tenendo presente che dietro lo schermo televisivo o il monitor di un computer ci sono delle persone e non dei robot. Ogni loro gesto inconsulto cade sulle coscienze di giornalisti senza scrupoli che tentano di sopravvivere nella giungla dell’informazione. Facciamo in modo che non ci siano più altre Fabiane. Come? Basta non fare di questi feroci assassini dei disadattati o trasformarli in vittime della società! E poi bisogna proporre soprattutto notizie positive per evitare il pericoloso fenomeno dell’emulazione. Perché anche sentimenti come la gioia fanno audience…
Maria Ianniciello