Genitori e figli: consigli? Su questo rapporto si scrivono e si sono scritti tanti libri. Molti sono gli articoli pubblicati in rete e sembra che in tanti vogliano dare suggerimenti ai papà e alle mamme su come si faccia i genitori. Io vi risparmio i consigli, non ne ho. Non sono mamma, non ho mai allevato un bambino, quindi non abbiate timore! Non esistono leggi o regole, esiste solo la naturalezza. Penso più che altro che sia un fatto istintivo, che non servano manuali e che, per crescere un figlio, basti semplicemente ascoltare il corpo, riequilibrando mente, cuore e istinti.
[blockquote style=”1″]Se queste tre dimensioni cooperano, le risposte arrivano e tutto procederà con la massima naturalezza. Ma se cominciamo a riempirci di domande, come dei contenitori vuoti, e andiamo alla ricerca spasmodica di risposte le cose si complicheranno e ciò che è spontaneo diventerà artificioso così come del resto è questa società, sempre più esteriorizzata ed artefatta.[/blockquote]
Tutti a dispensare consigli, dunque, ma la terra quando deve far crescere i suoi frutti ha bisogno di suggerimenti? Il nostro cuore, quando deve battere, chiede consiglio allo stomaco o alla nostra coscienza? Le foglie cadono senza sforzo. La terra gira intorno al sole senza sforzo. Eppure noi pretendiamo di dar consigli a un padre e a una madre per spiegare loro come si diventa dei bravi genitori! E lo facciamo mediante convinzioni sociali, etiche, comportamentali, buoni propositivi, liste di obiettivi che fanno perdere ciò che è davvero importante: la spontaneità.
Da bambina avevo un cane che si chiamava Chicca. Lei, in prossimità del parto, si creava la sua tana. Chicca odiava la cuccia, non è mai voluta entrare, né l’abbiamo obbligata però quando doveva partorire si sceglieva un posto sicuro, spesso creava una sorta di buco nella folta siepe che circondava la mia casa natia. Noi la lasciavamo fare, in attesa che i suoi cuccioli venissero al mondo. E la magia si ripeteva di anno in anno. Ricordo che solo una volta, a causa di un temporale, Chicca – preoccupata che la siepe non riuscisse a proteggere i suoi figli – li portò nella cuccia che tanto odiava. Noi la guardavamo estasiati ma non ci siamo mai sognati di intervenire, anche perché lei non ce lo permetteva. Chicca aveva una saggezza innata. Ma, quando arrivava il momento di lasciarli andare per la loro strada, questa cagna si dimenticava dei cuccioli che per lei diventavano degli estranei! La Natura tutto sa.
Ora, mi è capitato di vedere in questi anni tanti genitori e figli (piccoli o adolescenti). E ho osservato attentamente non per giudicare ma perché penso che dalla relazione genitori/figli si possa comprendere bene la società contemporanea e i malesseri individuali/collettivi. I casi sono diversi. Ci sono genitori autentici e naturali che sono una guida per i loro figli; nella consapevolezza di non essere perfetti, non hanno paura di sgridarli all’occorrenza con autorevolezza ma sono consci che un figlio non è una proprietà e quindi sanno quando è il momento di lasciarli andare proprio come Chicca. Il padre fa il Padre e la madre fa la Madre, quando ci sono entrambe le figure. I ruoli sono ben definiti tanto che il bambino quando diventerà adulto avrà in sé entrambe le energie e saprà usarle bene all’occorrenza. Purtroppo questi casi sono rari.
[blockquote style=”1″]Più di frequente ho incontrato bambini non bambini, incapaci di volare sulle ali della fantasia con genitori (soprattutto la figura materna) apprensivi e paurosi di lasciarli vivere e di vivere a loro volta. Uomini e donne che si identificano talmente nel ruolo di mamma e papà che perdono il contatto con l’energia vitale (ripeto non è un giudizio).[/blockquote]
E poi ci sono i figli ribelli per reazione che, pur di spingere i genitori verso un atto di autorevolezza (uno schiaffo non ha mai fatto male a nessuno e neanche un rimprovero), li provocano sin da bambini. Come dimenticarmi di Sabino?! Io avevo 10 anni e lui 7. Veniva spesso a casa ed era un distruttore incontrollabile. Distruggeva le nostre cose senza che la madre battesse ciglio e, quando c’era il papà, faceva la stessa cosa. Ora non spettava a mia madre rimproverarlo ma ai genitori; mamma, poverina, era inerte. In realtà in casa di altri bisogna adottare un atteggiamento congruo perché la nostra libertà finisce dove comincia quella altrui e questo vale anche per i bambini che, se non guidati, penseranno che tutto gli è dovuto e sarà la vita poi a farli ricredere in un modo o nell’altro.
E come dimenticarmi di Martina che per un barattolo di Nutella, che non avevamo, fece venire il fin di mondo?! Io penso che i bambini vadano cresciuti nella naturalezza e non è naturale che un genitore diventi la marionetta di un bambino. Il problema non sono i bambini e nemmeno gli adulti. Il problema sta nella mancanza di naturalezza e consapevolezza in una società che ci vuole sempre più artificiosi. Seguire il proprio istinto e percepire l’Amore autentico, che non fa rima con debolezza o inerzia, è la Via.
Maria Ianniciello, giornalista pubblicista e naturopata