Lo ripeterò all’infinito, senza sosta: i cortei e le marce da soli non attutiscono la crisi, anzi peggiorano la situazione. Occorrono invece provvedimenti seri e precisi, svincolati dai troppi inghippi burocratici all’italiana. Servono incentivi per le aziende, innanzitutto. E non sto parlando di soldi bensì di vera formazione. Sì, avete capito bene: di formazione. Mi spiego meglio. I posti pubblici non producono beni bensì servizi che supportano i lavoratori; la rincorsa al fatidico lavoro da impiegato o da insegnante…dei decenni scorsi, in particolare nell’Italia del Sud, è una delle cause di questa crisi ed è il risultato dei baratti elettorali che stanno portando il Paese al collasso. Perché? Perché non si è mai creata dall’Unità ad oggi, soprattutto in una parte dell’Italia, una vera ed autentica mentalità imprenditoriale, dove si produce non per se stessi ma per il benessere della collettività e quindi per migliorare tutto il sistema. Più dai e più ti verrà dato! Questo significa che ciascuno deve fare la sua parte, in ogni settore. E’ inutile lamentarsi, scioperare, accusare la politica, che certo ha le sue colpe, ma è pur sempre figlia di una forma mentis collettiva che è anche la nostra. Ognuno guardi dentro se stesso cercando di migliorarsi con corsi di aggiornamento e motivazionali. Lo so, sembra facile, ma non è impossibile. Dopotutto viviamo in un momento in cui il sapere è fruibile. Quindi, anziché poltrire, perché dopotutto abbiamo ancora un piatto caldo a tavola, ribocchiamoci tutti le maniche…Le vite delle grandi personalità, come per esempio Enzo Ferrari, che certo non aveva un bel carattere, dovrebbero esserci d’esempio. Ferrari aveva un sogno: creare una macchina da corsa. Non sapeva come fare, ma voleva riuscirci e, dopo tante peripezie, fra cui anche la Grande Guerra che lo restituì alla madre malato e depresso, cominciò a lavorare con l’Alfa Romeo. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Tutti noi sappiamo benissimo cosa rappresenta la Ferrari nel mondo…