Qualcuno di recente mi ha chiesto di spiegare il motivo per cui ho deciso di fondare una testata nazionale, anziché locale. Io in quel momento ho tergiversato, perché mi sembrava superfluo, oltre che controproducente per il mio lavoro, dare delle spiegazioni a chi ha un atteggiamento miope e poco propenso al confronto; naturalmente questi appellativi si riferiscono al comportamento e non alla persona che merita rispetto perché si tratta di un individuo con un suo vissuto e una propria idea della vita.
Ma la cosa non mi ha lasciato nell’indifferenza. Non tanto per la provocazione, quanto per una serie d’interrogativi che sono nati in me. Perché? Per quale motivo ho deciso di allargare i miei orizzonti e di confrontarmi con altri territori? La propulsione è arrivata dalla curiosità. Guardavo ogni giorno, anche quando vivevo a Roma, oltre la mia zona di confort per oltrepassare la siepe ideale abbracciando così l’Infinito. La conoscenza mi ha sempre affascinato; l’altro – colui che definiamo diverso magari per il colore della pelle o per la sua religione o perché vive nel Sud o nel Nord del pianeta – mi affascinava, senza mai incutermi paura o indifferenza, come accade quando abbiamo a che fare con persone che sono distanti da noi sia per mentalità sia per usi e costumi. Questo è stato il motivo per cui ho deciso di dare a Cultura & Culture un taglio nazionale. Occorre però chiarire un punto. Credo che il giornalismo locale, se fatto bene, sia la forza e non la debolezza di un territorio, a patto però che i giornalisti, un po’ come accade negli Stati Uniti, non provino mai un timore reverenziale verso i colleghi che lavorano sul Nazionale, ma interagiscano con le grandi Testate scambiandosi informazioni. I piccoli quotidiani, da cui io provengo, le televisioni e i portali locali dovrebbero essere una risorsa per il giornalismo nazionale che non può monitorare tutto. Nelle notizie di cronaca di una provincia o di una regione si nascondono i grandi fatti… la vita autentica. Ogni territorio dovrebbe guardare oltre i propri confini facendo rete mediante la corretta informazione. Vogliamo far uscire l’Italia dal buio più tetro? Vogliamo far crescere il Sud? Allora facciamo rete! Impariamo a comunicare con il Nord e con il Mondo! Senza isolarci nei nostri progetti che non potremmo mai portare avanti da SOLI!
Il Sud non ha voce, non l’ha mai avuta. Diamo una voce al Mezzogiorno, il quale per crescere deve andare oltre, curiosare, fare esperienze. Migliorarsi attraverso il confronto.
Maria Ianniciello