L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro. La Costituzione Italiana, la madre di tutte le leggi d’Italia, pone al primo posto il lavoro, inteso come un diritto ma anche come un dovere del cittadino. Il primo maggio di ogni anno ricorre la Festa dei lavoratori, nata per celebrare e ricordare quanto fatto dai movimenti sindacali nel mondo. Tuttavia, come per il 25 aprile, anche questa ricorrenza sta perdendo il suo significato originario, forse perché i tempi sono cambiati e quindi anche le esigenze. Le origini della Festa del Lavoro risalgono a una manifestazione organizzata a New York nel 1882; all’epoca i lavoratori, che erano sottopagati e sfruttati, si battevano per le otto ore di lavoro quotidiane. Oggi si ricordano quelle conquiste, ma per molte altre dobbiamo ancora batterci. Il lavoro è un bene prezioso che gratifica il corpo e la mente, perché consente all’individuo di agire nella totale libertà che è innanzitutto una condizione mentale. Fare il lavoro che ci piace, svolgerlo con efficienza e impegno, è un dovere che abbiamo prima di tutto verso noi stessi. Il segreto sta nell’avere le idee chiare su chi siamo, su cosa ci piace realmente fare e su cosa vogliamo diventare; infine agire, perfezionandoci e impegnandoci, con entusiasmo e dedizione, consapevoli che possiamo ottenere quel che vogliamo nel lavoro, come in altri ambiti. Dalla seconda metà del 1800, sino agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, i lavoratori si battevano per diritti che oggi ci sembrano scontati, noi abbiamo il dovere di continuare quelle lotte, in modo pacifico, puntando su noi stessi e sulla nostra formazione, specializzandoci, a prescindere dall’opinione corrente, spesso distruttiva e deleteria per i giovani, considerati in modo opportunistico degli eterni bamboccioni. Possiamo dimostrare il contrario, con buona volontà e senza scendere mai a compromessi, ma mostrandoci integri nelle scelte e svolgendo con professionalità e passione il nostro lavoro…
Maria Ianniciello