QUANTO E` RISCHIOSO CORRERE IL RISCHIO DI RISCHIARE

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“È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente”, affermava Diderot nei Discorsi sulla poesia drammatica del 1758.

La critica, se costruttiva, arricchisce la mente e favorisce il dibattito, contribuendo così alla crescita sia collettiva, sia individuale di un gruppo di persone. Errare è umano, perseverare è diabolico; quindi ben vengano le critiche quando sono volte al miglioramento.

Tuttavia, anche se il tempo della Santa Inquisizione è un lontano ricordo, in Italia – soprattutto nei piccoli centri del Sud, dove l’immobilismo è una costante – si trascorre il tempo erigendo dei veri e propri tribunali ideali con l’intento di demolire tutto quello che di utile alcune persone, spesso in solitudine, tentano di fare per la comunità. Un gruppo di dieci persone costruisce, tutta la cittadinanza demolisce! Perciò, a causa di quest’atteggiamento, “il condannato” si demotiva. A questo punto il passo verso lo stato d’inerzia è breve, oltre che altamente pericoloso, perché la persona “condannata”, se non dotata di tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la critica distruttiva, potrebbe trasferirsi nell’arena degli inquisitori. Da qui l’immobilismo del Mezzogiorno, da qui la paura del fallimento e l’incapacità di mettersi in gioco, di rischiare, di fare impresa…

La paura di agire è più forte del genio creativo che è presente in ogni essere umano, sin dalla nascita; la paura annichilisce i giovani facendoli arrivare a 30 anni senza un lavoro e con la speranza che il politico di turno possa regalare loro il tanto agognato posto fisso; la paura ci fa vivere fino a 40 anni sotto l’ala protettrice di mamma e papà perché è rischioso correre il rischio di rischiare. E invece di inventarcelo un lavoro, cercando di sfruttare al meglio le nostre capacità innate, trascorriamo la vita piangendoci addosso davanti al bar o in luoghi che sembrano di aggregazione ma che in realtà sono disaggreganti! Tuttavia, ognuno di noi, nel suo piccolo, può e deve fare qualcosa. In che modo? Uscendo da questo perenne stato d’inerzia per essere finalmente, come meridionali e italiani, uomini tra gli uomini.

Che la vostra vita, che la nostra vita, sia ogni giorno all’insegna dell’azione nata dalla critica costruttiva! Questo il mio personale augurio, questo l’augurio della redazione di CulturaeCulture.it

Maria Ianniciello

 

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