Angelino Alfano attacca il Professore affermando che «è la stampella del centrosinistra», Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, sostiene invece che la coalizione di Monti «è un’operazione di centrodestra». Chi ha torto e chi ha ragione? Entrambi.
La verità è che la politica italiana soffre di nostalgia, una sensazione che annebbia il cervello: una parte del centrodestra e anche un gruppo di cattolici di sinistra rimpiangono ancora i gloriosi tempi della Prima Repubblica, quando a comandare nel Bel Paese erano i democristiani, sostenuti dalla Chiesa e dagli Stati Uniti che temevano l’avanzata del Comunismo.
Quindi, si “tenta” di creare lo stesso scenario, anche se ormai i tempi sono cambiati e la Guerra Fredda è un lontano ricordo. Ma si sa, alcuni, più di altri, hanno la memoria corta.
Mario Monti ha annunciato solo ieri in conferenza stampa di voler guidare una coalizione centrista – senza aspirare a nessun seggio perché è senatore a vita – formata certamente dall’Udc, dal Fli, dall’Api, da Italia Futura e da alcuni ex esponenti del Pd.
Monti ha l’appoggio, dunque, del Vaticano e dell’Unione Europea; cosa non da poco! Ma come accennato prima i tempi sono cambiati e le “pie” donne non frequentano più la Chiesa come una volta, tanto da influenzare tutta la famiglia.
A votare non saranno quindi né la Chiesa, né l’Unione Europea, ma i cittadini, tra i quali Monti non gode dello stesso prestigio. La decisione di Monti potrebbe favorire sia Berlusconi, sia Bersani, in quanto a decidere le sorti dell’Italia saranno come sempre gli indecisi, cioè coloro che non parteggiano per nessun partito; quella classe media che un tempo votava DC ma che oggi non si fida del professore. Chissà che lo scudo crociato non compia il solito miracolo…
Maria Ianniciello