S’intitola “Da un momento all’altro” la mostra dell’artista newyorkese, ma londinese d’adozione, Randy Klein che si inaugurerà martedì 3 luglio alle 19.30 a Lecce presso Palazzo Vernazza. La mostra, che rimarrà aperta fino al 22 luglio, è organizzata da Sm-Artlab di Valentina D’Andrea e Carla Pinto con la collaborazione di Art and Ars Gallery di Gigi Rigliaco, mentre l’allestimento è a cura di Fulvio Tornese.
Con il patrocinio del Comune di Lecce, Provincia di Lecce e dell’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia in questa mostra, seconda tappa italiana dopo quella presso la biblioteca di Cairo Montenotte in provincia di Savona, l’artista americano presenterà oltre 100 sculture e opere grafiche in una maestosa esposizione che occuperà l’intero primo piano del magnifico Palazzo Vernazza di Lecce. Opere in cui, come sostiene Claudio Piersanti scrittore e sceneggiatore italiano, […] la leggerezza raggiunge il punto più alto nel suo esatto (e apparente) opposto: la scultura. L’ironia diventa anche gioco. La scultura diventa scrittura. Anziché sottostare come tutti alla forza di gravità i suoi personaggi, come in certi sogni, accennano a prendere il volo, spiccano improbabili salti materici non dissimili da figure di lava sulla cima di un vulcano. […] Visioni interiori o acuminate percezioni ambientali diventano tutte reali, a due o tre dimensioni, come se in fondo tra i due mondi non ci fosse tutta questa differenza che si è sempre creduta […].
Randy Klein è nato a New York ma vive a Londra ed è legato al Salento dove da qualche anno ha acquistato casa e trascorre le vacanze nella sua abitazione di Cutrofiano (Le) Le opere dell’artista si trovano in importanti collezioni pubbliche presso la Tate Modern di Londra, il British Museum di Londra, il Moma di New York, il Getty Museum di Los Angeles. Numerose sue mostre personali sono state ospitate presso la Green Gallery di New York, la Galleria Carasi Arte Contemporanea di Milano, l’European Academy, l’Accademia Italiana di Londra e la Biblioteca Classense di Ravenna e ART and ARS Gallery di Galatina. Randy Klein ha anche realizzato sculture in molti luoghi pubblici e privati inglesi ed è oggi rappresentato dalla Galleria GX Gallery di Londra e da ART and ARS Gallery di Galatina (Le). Maggiori informazioni su www.randyklein.co.uk/
Testo critico a cura di Claudio Piersanti
La pittura e la scrittura sono vicini di stanza, nella mia mente. Hanno sempre coabitato, sin dall’inizio. Poi le mie figure sono diventate parole, e a parte due o tre modesti paesaggi dalla mia matita sono nate soltanto parole, e strane macchie disegnate dovunque ma certo non belle da vedere e destinate al cestino. Ho avuto per anni un caro amico, grande poeta e ottimo pittore. È interessante e bello essere amico di un poeta e di uno scrittore, e a queste categorie appartengono (ognuno a modo suo) le persone che mi hanno colpito davvero. Il mio amico poeta-pittore si chiamava Franco Scataglini, voglio ricordarlo, e purtroppo non sono mai riuscito a presentargli un artista americano che gli sarebbe piaciuto molto: Randy Klein. Sicuramente avrebbero creato tanti libri insieme, di quelli fatti a mano, stampati su vecchia carta legnosa, cuciti con cura, ma nello stesso tempo con dentro dei pezzi di vetro, o delle stoffe, o dei piccoli oggetti trovati nel parco. Scataglini aveva una voce poetica molto musicale, libera e imprevedibile, aspra e dolcissima; Klein ha sin dalla prima giovinezza il dono dell’accoglienza. Visioni interiori o acuminate percezioni ambientali diventano tutte reali, a due o tre dimensioni, come se in fondo tra i due mondi non ci fosse tutta questa differenza che si è sempre creduta.
Interiori o esteriori che siano le visioni di Klein, anche da “giovin pittore”, diciamo dalla fine degli anni settanta, necessitavano di misteriosi filtri emotivi. Essenziale prima di tutto la posizione e la scelta del punto di vista: se facesse cinema Klein userebbe spesso il dolly. I filtri sono: l’ironia, l’accoglienza dell’altro (le storie illustrate del giovanissimo Klein tassista a New York, sua città natale, sono assolutamente esemplari), la malinconia (ma quella di un uomo saggio seduto su una panchina, omaggio a uno scrittore dal destino non solo geograficamente simile al suo, Henry James), la nostalgia, ma quella che si prova guardando da un aereo la terminata città sconosciuta che ci aspetta, e cioè la nostalgia che sempre si accompagna all’avventura, quello strano rimpianto che punge in profondità e che tanto difficilmente si riesce a descrivere. Proviamo nostalgia quando fuggiamo.
Ho parlato di filtri e punti di vista, non abbastanza di qualità. Il dono della leggerezza, per esempio – e parlando di un pittore scultore non è poco. Voglio cercare di farlo parlando ancora della pittura. In alcuni suoi recenti paesaggi, di solito privi di figure umane (che sarebbe interessante vedere insieme alle sculture), raggiunge un equilibrio cromatico-compositivo quasi da pittura antica, diciamo sei-settecentesca. Il paesaggio in Klein è pura emozione. La malinconia torna in primo piano ma non è affatto esibita: non c’è altro che erba un po’ bruciata dal freddo, un alberonudo che ricama con i suoi rami il bianco del cielo. I materiali che usa quasi non si notano: ma sono colori sintetici, dipinti sopra il metallo. Con materiali del genere dei pittori qualsiasi realizzerebbero dei frigoriferi… La leggerezza raggiunge in Klein il punto più alto nel suo esatto (e apparente) opposto: la scultura. L’ironia diventa anche gioco. La scultura diventa scrittura. Anziché sottostare come tutti alla forza di gravità i suoi personaggi, come in certi sogni, accennano a prendere il volo, spiccano improbabili salti materici non dissimili da figure di lava sulla cima di un vulcano. Il ragazzo che viveva in quartiere popolare ebraico di New York, impregnato di atmosfere che fanno pensare a Henry Roth di Call It Sleep, il ragazzo che guidava taxi di notte per mantenersi agli studi, il ragazzo nutrito della più emotiva pittura americana (dei luoghi e degli stati d’animo) ha percorso molte altre strade. Pittoriche, artistiche, umane. Un legame affettuoso lo ha sempre legato all’Italia. Un sentimento che guardando le sue opere è molto facile ricambiare.
Roma, febbraio 2012