I meno giovani lo ricordano ancora con un sorriso quasi nostalgico. Le nuove generazioni, poi, ne hanno sicuramente sentito parlare, fosse anche solo per quella frase che molti genitori spesso ripetono: “ai nostri tempi si andava a dormire subito dopo Carosello”. Insomma, è indiscutibile che Carosello abbia davvero fatto la storia della comunicazione pubblicitaria in Italia, tanto da essere diventato un vero e proprio cult.
Per ripercorrere quella ventina di anni di vita di questa forma tutta italiana di spot televisivo, Wow Spazio Fumetto di Milano propone una mostra dal titolo “La Fabbrica di Carosello. La pubblicità che unì l’Italia” e ne posticipa la scadenza: non più fino al 14 di aprile, bensì fino a domenica 21. Una scelta, questa, presa per consentire a sempre più curiosi di visionare pupazzi, disegni, originali, materiali di lavorazione, dischi, giochi, giornali dell’epoca e, naturalmente, tanti filmati.
Carosello, nato nel ’57 come prima forma di pubblicità televisiva italiana, altro non era che un grande contenitore di cinque filmati diversi, raccolti in un unico momento della giornata, dopo cena, e tutti caratterizzati per la maggior parte del tempo da uno sketch divertente, fatto di musica, scenette o cartoni animati. La presentazione del prodotto pubblicizzato era relegata soltanto agli ultimi trenta secondi dello sketch, nella parte comunemente definita “codino”.
Un modo, quello scelto da “mamma Rai”, per non diffondere messaggi esageratamente diseducativi, che avrebbero incrementato in modo esagerato la tendenza al consumismo sfrenato. Meglio, quindi, una pubblicità più sana, divertente, di qualità, in grado di unire ed educare gli italiani del dopoguerra e fatta di personaggi di animazione diventati poi famosi come Calimero, Carmencita o l’ippopotamo Pippo. Un esperimento che ha avuto fine con l’avvento delle televisioni commerciali, da subito maggiormente interessate a un buon introito pubblicitario e, proprio per questo, attratte da un modello più tradizionale e invasivo di spot.
Lo spazio milanese ripercorre, quindi, questo pezzo della storia d’Italia con una mostra visitabile dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19, mentre il sabato e la domenica dalle 15 alle 20.
Per ulteriori informazioni www.museowow.it