«La delibera votata ieri dalla Giunta di Milano apre una nuova vita per il Castello Sforzesco – ha annunciato oggi l’assessore alla Cultura, Stefano Boeri –. Oltre ai lavori di restauro in corso, che verranno ultimati entro il 2012, è stato approvato un progetto integrato che, grazie alla rimodulazione dei fondi già stanziati da Cariplo, prevede un riordino delle collezioni storiche e la creazione di nuovi poli artistici entro il Castello, con la valorizzazione di presenze entro le mura sforzesche di alcuni straordinari interpreti della storia dell’arte e della cultura milanese: Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci, il Bambaia e il Bramantino. E con la creazione di uno spazio museale completamente dedicato alla Pietà Rondanini».
La delibera approvata ieri dalla Giunta prevede infatti una rimodulazione delle linee di indirizzo, approvate nel 2008, per nuovi interventi museografici e nuovi servizi al pubblico nel Castello Sforzesco, già finanziati grazie al contributo di Fondazione Cariplo. L’ex Ospedale spagnolo, realizzato nel corso del Cinquecento e usato in occasione della peste che in quel periodo mise in ginocchio la città, sarà completamente restaurato per ospitare un vero e proprio museo dedicato alla Pietà Rondanini, opera ultima e incompiuta di Michelangelo, alla quale il maestro fiorentino lavorò negli ultimi trent’anni della sua vita, senza portarla mai a termine. Gli spazi adiacenti all’ex Ospedale spagnolo saranno dedicati alla documentazione e alla divulgazione e vedranno la realizzazione di una caffetteria e di altre aree destinate a servizi al pubblico. La Sala degli Scarlioni, che attualmente ospita la Pietà nell’allestimento realizzato dagli architetti milanesi BBPR e inaugurato nel 1956, sarà dedicata alla scultura lombarda della prima metà del Cinquecento e in particolare al suo massimo interprete: Agostino Busti detto il Bambaia. I lavori di restauro dell’ex Ospedale spagnolo – e i simultanei lavori per ridestinare la Sala degli Scarlioni, nel rispetto del progetto originario dei BBPR – saranno ultimati entro l’estate 2014. Il tutto per un costo complessivo di circa sei milioni di euro.
In questo lasso di tempo, la Pietà sarà posizionata per un certo periodo nella Cappella centrale del Panottico del carcere di San Vittore, dove sarà visitabile dal pubblico e all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Il Sindaco e l’assessore hanno già preso contatto con le autorità.
«In questo modo – ha proseguito l’assessore Boeri – la Pietà si troverà temporaneamente in un contesto che sappia opportunamente comunicare il significato originario di un’opera su cui Michelangelo ha lavorato fino a poche ore prima della morte, con l’incessante sforzo di trasmetterle una concezione nuova del concetto di Pietà». A dire del sindaco, Giuliano Pisapia, «la Pietà Rondanini avrà un luogo dedicato un luogo che valorizzerà l’opera e che permetterà a tutti i milanesi, ai turisti di ammirare questa scultura che è patrimonio della nostra città, per troppo tempo tenuta in ombra rispetto al valore storico e simbolico che rappresenta. Anche nelle sue collocazioni temporanee, San Vittore e Tribunale, l’opera sarà esaltata nel suo valore simbolico. Per questo questo ringrazio tutte le autorità che hanno mostrato grande interesse per la nostra proposta». La scultura, realizzata in marmo e interrotta entro il 1564, anno della morte di Michelangelo, fa parte delle Raccolte Civiche del Comune di Milano dal 1952, quando fu acquistata per 135 milioni di lire, raccolti in parte grazie a una sottoscrizione popolare, lanciata dal Sindaco di Milano, a partire dall’intelligenza e dalla lungimiranza di Fernanda Wittgens, allora direttrice della Pinacoteca di Brera.
«Il Castello Sforzesco è uno dei simboli di Milano – ha detto Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo – per questo motivo la nostra fondazione ha aderito già diversi anni fa al grande progetto per il suo restauro e rilancio, sostenendo gli interventi con 25 milioni di euro; il Comune ha proposto una rimodulazione del progetto iniziale che punta a valorizzare maggiormente la Pietà Rondanini, azione emblematica che mira a rendere più fruibili i nostri tesori. Perciò abbiamo aderito con favore, perché è nella logica con cui lavoriamo da anni. Siamo convinti infatti che i beni storico-artistici possano essere un potente volano per l’economia della città e più in generale del nostro Paese, se inseriti in un contesto di sistema che produce vivacità di iniziative in ambito culturale; l’obiettivo non è solo conservare il patrimonio di cui disponiamo ma renderlo vivo e vissuto, estendendo l’offerta culturale al pubblico più ampio possibile, anche a coloro che solitamente fatica a trovare occasioni. La rimodulazione del progetto, in un momento come questo, che richiede sobrietà, punta anche a dotare il Castello di quel che serve per renderlo ancor più accogliente e famigliare, senza eccessi. Credo che oggi la città chieda di non fermare il sostegno alla cultura, ma di spendere bene le risorse a disposizione. Questo stile, ne sono certo, sarà apprezzato anche dai turisti, italiani e stranieri».