La notizia è ufficiale: andrà al cantautore piemontese Paolo Conte il “Premio alla Carriera” del “Premio Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco“. Un prestigioso riconoscimento che la città lariana mette in palio ogni anno e che intende premiare la migliore opera narrativa che abbia uno spiccato sfondo storico e, accanto a questa, un’importante personalità della cultura europea, ritenuta capace di raccogliere gli insegnamenti dello scrittore milanese. Promosso dall’associazione 50&Più in collaborazione con il Comune di Lecco e il Centro Nazionale di Studi Manzoniani di Milano, il Premio Manzoni ha come intento principale quello di valorizzare la storia e la cultura del territorio lecchese, profondamente legato alla figura e all’opera di Alessandro Manzoni in quanto luogo in cui si svolgono le vicende de “I promessi sposi”, e di guardare con attenzione alle novità editoriali che abbiano messo a frutto l’insegnamento dello scrittore meneghino. Ma al di là del premio letterario, il cui vincitore sarà svelato nel mese di ottobre, grande attenzione viene ogni anno dedicata al Premio alla Carriera: dopo personalità di spicco come Umberto Eco, Ermanno Olmi, Luca Ronconi, Mario Botta ed Emanuele Severino, tutte giunte a Lecco nelle edizioni passate, quest’anno sarà la volta dell’avvocato di Asti, autore di canzoni passate alla storia come “Via con me…”, “Genova per noi” e “Sotto le stelle del jazz”. Sarà lui, infatti, a ritirare il riconoscimento in occasione della serata conclusiva del concorso, in programma per il 19 di ottobre presso il bel Teatro della Società di Lecco.
«La sesta edizione del Premio alla Carriera intitolato ad Alessandro Manzoni – spiegano i promotori – è assegnata al cantautore Paolo Conte, straordinaria voce di poeta musicista, acclamato nel mondo. Al grande artista piemontese, nato ad Asti, si devono le magnifiche canzoni che hanno fatto da colonna sonora a un quarantennio di vita italiana, e qui facciamo nostre le parole dedicate al Maestro in occasione della laurea honoris causa che gli è stata conferita dieci anni fa dall’Università degli studi di Macerata. Parole, queste, che hanno messo in luce come “Paolo Conte abbia tradotto in un linguaggio originale, ricco di significative trame testuali e poetiche, tipi, luoghi, situazioni, storie, atmosfere dell’immaginario del nostro tempo”». Tutti soddisfatti, quindi, gli organizzatori, a partire dal presidente della Giuria Matteo Collura, che evidenzia come questa scelta rappresenti «un segno di apertura nei confronti di forme artistiche spesso considerate erroneamente minori rispetto alla letteratura». «Dalla metà del secolo scorso – aggiunge e conclude il direttore del Centro Studi Manzoniani, Gianmarco Gaspari – la storia della poesia italiana ha in parte coinciso con quella della canzone d’autore. Non avremmo potuto non tenerne conto».
Valentina Sala