Recensione – Esattamente venti anni fa usciva in libreria una delle opere più amate di Alessandro Baricco dalla quale è stato tratto il lungometraggio diretto dal regista Premio Oscar Giuseppe Tornatore, La leggenda del pianista sull’Oceano. Quasi a voler festeggiare i due decenni dalla pubblicazione di Novecento, opera che vanta oltre un 1 milione e 200 mila lettori in 32 Paesi, è arrivato in questi giorni in libreria il nuovo lavoro dell’amatissimo scrittore, Smith & Wesson, ambientato, come il racconto breve del ’94, agli albori dello scorso secolo e narrato anch’esso sotto forma di piéce teatrale.
Smith & Wesson, per omonimia affatto casuale, portano gli stessi cognomi degli statunitensi Horace Smith e Daniel B. Wesson fondatori di una delle più importanti fabbriche di armi leggere. Pur non trattandosi degli stessi personaggi anche quelli nati dalla penna di Baricco, Tom Smith & Jerry Wesson, hanno nel loro destino un’impresa da portare a termine e lo faranno grazie alla giovane giornalista Rachel Green la quale, desiderosa di far sentire la sua penna, si metterà a rischio in prima persona per regalare al mondo una storia e per regalare alla storia un evento senza eguali.
Le cascate del Niagara fanno da sfondo a una narrazione tutta racchiusa nei serrati dialoghi tra Tom & Jerry (mai chiamati per nome ma spesso ironici nel loro punzecchiarsi esattamente come il gatto e il topo dei cartoni) il primo inventore e meteorologo e il secondo pescatore sui generis che si occupa tirare fuori i cadaveri dal fiume, ai quali ben presto si aggiunge la follia e la freschezza di Rachel, modernissima – forse troppo – e giovane donna di inizi ‘900 bisognosa di darsi una possibilità ad ogni costo, anche quello più alto.
Come le acque del Niagara che scorrono calme fino all’immenso salto delle loro cascate anche il romanzo breve di Alessandro Baricco inizialmente risulta pacato nel suo ritmo dato da frasi brevi che piano piano disegnano con le parole i tre protagonisti riuscendo a caratterizzarli perfettamente senza descriverli mai palesemente. Quello che sembra un battibecco divertente e perpetuo a due e poi a tre, piano piano cambia forma e si trasforma in un folle progetto che porta allo scrosciante finale: umano, filosofico, fortissimo.
La penna finissima di Alessandro Baricco, mero affabulatore per alcuni, abile scrittore per altri, regala ai suoi lettori uno spaccato di vite lontane nel tempo ma contemporanee nei desideri confermandosi un pregevolissimo cantastorie di personaggi, spesso, in cerca d’altrove.
Sandra Martone