IN LIBRERIA
Trasmesso nel marzo del 1978 dalla Radio svizzera italiana (che riproporrà la lettura radiofonica del testo quando uscirà il libro, all’inizio di marzo), “La morte del padre”, che uscirà il 6 marzo 2013 per et.al edizioni, è un racconto scritto di getto, a caldo, subito dopo la morte del padre di Alice Ceresa.
Come osserva Patrizia Zappa Mulas, al centro c’è la famiglia, «l’istituzione irriducibile che sopravvive alle proprie funzioni – la vedova è chiamata madre e non moglie e gli orfani resteranno per sempre figli, anche se sono diventati a loro volta mogli, mariti, padri e madri. E il morto non è un uomo, un individuo, una creatura sopraffatta da un processo biologico definitivo: è soprattutto e soltanto il patriarca». Il padre, «che anche da defunto resta un soggetto a pieno titolo che evolve dentro la propria morte», e poi madre, figlio, figlia maggiore e figlia minore sono i personaggi di questa “radiografia poetica”. «Morti e vivi cadono sotto lo stesso sguardo alieno e tenero che li registra come puri fenomeni e li sospende nel vuoto esistenziale di un quadro, come appunto le figure nelle tele di Bacon. Il vissuto emotivo non viene esorcizzato, ma si cristallizza, diventa trasparente e completamente visibile. Il risultato è una serie di rivelazioni intorno all’esperienza del lutto scandite da continui inciampi umoristici».
Alice Ceresa (1923-2001) nasce a Basilea e vive nel Canton Ticino e poi a Zurigo, lavorando come giornalista e traduttrice. Nel 1950 si trasferisce a Roma, dove lavora nella redazione della rivista “Tempo presente”, diretta da Ignazio Silone, e successivamente come editor della Longanesi. Ha fatto parte del Gruppo 63. Con La figlia prodiga (Einaudi 1967) vince il Premio Viareggio Opera Prima. Pubblicherà poi soltanto un secondo libro: Bambine (Einaudi 1990). Uscirà postumo il Piccolo dizionario dell’inuguaglianza femminile (nottetempo 2007). Le sue carte, comprendenti numerosi manoscritti, sono conservate a Berna (Biblioteca Nazionale).