Ci sono libri o audiolibri (come in questo caso) che mi spronano a guardare indietro, tra le mie radici. ‘Di troppa (o poca) famiglia. Radici, zavorre e risorse: un percorso dentro le relazioni affettive, verso la libertà’ (Sperling & Kupfer) della psicologa Ameya Gabriella Canovi rientra in questi volumi. La verità è che questo piccolo libro non pretenzioso ma molto utile mi ha aperto più di una porta, ispirandomi e facendo luce su molti dei miei interrogativi. Non entrerò nel mio personale vissuto, perché – come si evince dai miei profili social – sono molto riservata.
Così come adoro custodire i miei segreti amo raccontare storie e mi sono sempre chiesta come potessi io che – per professione mi eclisso dietro ai film, ai libri, ai prodotti culturali in genere e a chi li crea – raccontare gli altri senza prima conoscere me stessa e davvero le mie origini anche mediante la psicologia sociale. Ecco, questo libro mi ha permesso di capirmi un po’ di più e insieme di avvicinarmi, senza giudizio, alla mia storia familiare riscoprendola e riguardandola con una luce differente.
Di troppa (o poca) famiglia di Ameya Canovi. Recensione
Dopo ‘Di troppo amore’, Ameya Canovi torna con questo nuovo volume, nel quale racconta anche un po’ della sua storia familiare e personale soffermandosi inoltre sulle vicende di alcuni dei suoi pazienti.
“Ciò che ho imparato non l’ho appreso solo dalla comunità scientifica e dagli approfondimenti nel mio percorso professionale, l’ho anche guardato dentro di me e ritrovato sotto varie sfaccettature nelle storie di chi ascolto per lavoro”.
Seguendo un approccio sistemico-relazionale, la psicologa indaga dove tutto ha inizio: la famiglia. Schemi familiari, segreti mai svelati, conflitti: la famiglia è il luogo dove si può essere amati ma anche abusati, rifiutati, vilipesi. L’autrice sostiene che, in base a come siamo stati trattati sia noi che nostri antenati, nelle famiglie si replicano schemi affettivi che poi condizionano le relazioni, non solo di coppia.
La famiglia può essere troppa, ovvero può invadere il nostro spazio individuale, ma può anche essere troppo poca. In ogni caso, secondo Ameya Canovi, ci condiziona. I nuclei possono essere a maglie larghe o a maglie strette. Ogni clan ha le sue regole, infrangerle a volte è impossibile senza una presa di coscienza. L’autrice afferma, infatti, che riappacificarsi con le nostre radici significa crescere ed evolversi nell’amore.
La famiglia come un albero dai rami variegati
“Mi piace pensare alla famiglia come a un albero dai rami variegati, che insieme ad altri alberi forma un bosco. La parte che più mi affascina dell’albero sono le radici: è da lì che tutto nasce e si sostenta”, scrive la psicologa aggiungendo poco dopo: “La famiglia è un cerchio fatto di legami istituzionali, sociali e affettivi, vincoli di sangue e patti silenti”. Infatti, si tratta di un vero e proprio sistema, dove “si impara la vita, ci si forma un’identità, si coniugano appartenenza e differenza”, è “una realtà cangiante – precisa l’autrice -, in cui cambiamenti e strutture rigide coesistono”.
Famiglie a maglie larghe e a maglie strette
E’ un’aggregazione di persone unite da un vincolo che spesso “è una risorsa, talvolta diventa capestro, altre volte un salvagente, o anche una condanna a vita”. Canovi paragona questo sistema a un tessuto, il quale può essere a maglie strette che non lasciano passare nulla. I membri sono così invischiati che hanno difficoltà ad individuarsi. Da questi clan non ci si allontana. Tutto ciò, spiega l’autrice, inciderà sulla vita adulta e sulle relazioni. Secondo Ameya Canovi, ci sono poi famiglie a maglie larghe; in questo sistema le radici non sono salde, ci si sente troppo nomadi e senza punti di riferimento. In entrambi i casi le conseguenze sono più o meno analoghe.
Insomma il libro affronta i suddetti temi e molti altri argomenti proprio mediante le storie. Di troppa (o poca) famiglia è suddiviso in 12 capitoli che a loro volta comprendono nove quadri. Il volume si conclude con un post scriptum, nel quale la psicologa racconta del suo viaggio in India dove ha scritto questo suo secondo saggio. Vi invito a leggerlo, per conoscere e conoscersi. Lo trovi qui Maria Ianniciello