Napoli- Chiacchiere e cofecchie. Ridere. Mariano Fusaro e Ferdinando Sarpa in “Le imprese eroi-comiche di Assunta e Titina, le chiacchiere e le cofecchie di due amiche che non si sono mai date per vinte nella vita” edizioni Il Papavero di Donatella De Bartolomeis.
Un libro divertentissimo e canzonatorio, che racconta le vicende di due anziane signore novantenni, napoletane, che di professione sono prostitute.
Scenette napoletane allo stato puro. L’obiettivo: far divertire il lettore.
Gli autori
Mariano Fusaro è il tesoriere dell’ Arcigay di Napoli, dog sitter di professione. Ferdinando Sarpa è odontotecnico.
Noi di Cultura&Culture, alla presentazione del libro, che si è tenuta lo scorso giovedì, all’interno del cartellone “Serate letterarie” a Montella, provincia di Avellino, c’eravamo.
L’intervista- di seguito, in esclusiva, per i nostri lettori.
Come e da dove nasce l’idea di scrivere questo libro?
L’idea è nata per gioco una sera, davanti a una birra. Io e Ferdinando eravamo fuori da un pub e abbiamo iniziato a recitare una scenetta inventando dei personaggi. Nascono Assunta e Titina. Da quella sera nasce una rappresentazione intitolata “Signò ma vui v’arricurdat?”. Dopo quattro anni la prima del libro che raccoglie al suo interno tanti sketch.
Assunta è ricca, spendacciona e in termini napoletani “cazzimmosa” (chi ha un carattere determinato e sa tenere testa ad ogni situazione ndr)
Titina è più moderata, spende pochi soldi, non vive nel lusso sfrenato ma vive bene.
Come si inserisce il vostro libro nel sociale?
Il libro rivive le storie di due donne, prostitute che a novant’anni vogliono continuare a vivere appieno i giorni che gli rimangono. All’interno del libro non sono presenti le coordinate temporali per sottolineare che essa è un’opera senza tempo. I fatti narrati, sono realmente accaduti e i riferimenti fanno capo a personaggi esistenti. Le due donne vanno contro la politica della destra. Assunta ha due figli; uno gay, l’altra lesbica. Queste le tematiche clou per riportare la realtà che io e Ferdinando viviamo. Nel secondo libro, che ora vi anticipo, si leggerà di un matrimonio gay, in Spagna, all’interno della Sagrada Familia. Sogno di ogni omosessuale.
Qual è il vostro impegno sociale a Napoli?
Ferdinando è in prima linea nella battaglia sociale contro l’omofobia e si schiera a favore dei diritti egualitari.
Io, Mariano, sono tesoriere del comitato provinciale Arcigay Napoli Antinoo Onlus; il presidente è Antonello Sannino. La nostra associazione è iscritta ufficialmente all’Albo delle Associazioni. Stiamo lavorando, in una città molto grande, per aprire una sede ad Avellino, a Benevento e a Caserta. Un monitoraggio in tutte le provincie della Campania. Devo constatare che un buon lavoro lo sta effettuando il gruppo Arcigay di Salerno, con a capo Ottavia Voza. Il nostro lavoro è puro volontariato, non siamo assolutamente e in nessun modo retribuiti. Vivo Arcigay da otto anni. Dobbiamo ringraziare l’assessore Tommaselli se a Napoli ed in tutta Italia è attivo il registro delle unioni civili. Il nostro obiettivo è quello di dare diritti ai cittadini nonostante sia un lavoro impervio.
Avete mai dovuto fare i conti, nel corso degli anni, con situazioni che andavano o tuttora vanno a vostro sfavore?
Sì, ci sono associazioni, come la nostra, che ci remano contro. La loro ottica: tutto quello che fanno gli altri, non va bene; se lo fanno loro va tutto a meraviglia. Gente affarista, egocentrica. Che lavorano solo per un tornaconto. Lavorano a Napoli solo per guadagnare denaro. Si prendono gioco della fiducia dei donatori, non utilizzando i fondi per l’auto finanziamento, bensì per un tornaconto personale. Noi di Arcigay Napoli cerchiamo di integrare tutte le realtà, gay, lesbiche e transessuali. Abbiamo avuto un grande successo e tante adesioni al Gay Pride 2013. Non ci ghettizziamo, aiutiamo il prossimo, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Una nostra battaglia è stata quella contro le partite di calcio in Ucraina, evento che ha portato alla strage dei randagi.
Perchè i lettori dovrebbero acquistare il libro?
Assunta e Titina sono amiche del mondo. Non fanno di tutta l’erba un fascio. Questo libro è uno strumento per ridere e divertirsi; ridere e prendere alla leggera anche i fatti più gravi. Un libro provocatorio; qualche parolaccia innocua che serve a dare risalto ai personaggi e la serietà dei fatti ne è la conferma. La curiosità spinge i lettori all’acquisto e prendere così il mondo con più leggerezza.
Il libro è dedicato ad Alma. Chi è?
Alma era la mia cagnolina – risponde Mariano- è morta il 14 gennaio. Un ictus fulminate l’ha strappata alla vita. Lei era tutto per me. Molto spesso gli autori dedicano le loro opere a delle persone per dimostrare il loro affetto. Io ho amato Alma. Era malata di tumore, a un rene. Ha deciso da sola di morire, o meglio me lo ha fatto capire. Un giorno, all’ospedale, ha fatto di tutto per rifiutare le cure. Voleva solamente tornare a casa. Voleva morire e io non l’ho capito immediatamente. Quando le venne l’ictus lei era accasciata a terra, rigida, e mi guardava con occhi preoccupati. Non vedeva più, mi annusava. Un rivolo di condensa le usciva flebile dal naso, troppo umido. Era preoccupata, tremava, aveva la lingua verde. Mi annusava. Piangeva. Non c’era più nulla da fare, il veterinario doveva sopprimerla. L’ho guardata, accarezzandola per l’ultima volta e le ho detto: “Mò vai in cielo, da papà. Salutamelo e fagli compagnia“. L’antidoto era entrato in circolo. Lei mi guardava rilassata, mi ha sorriso con gli occhi lucidi. Si è spenta dolcemente.
Quella è stata l’ultima volta che ho pianto. Il prossimo lavoro sarà dedicato a papà Antonio che ora coccola Alma nei cieli. Lui mi ha trasmesso la passione per la lettura, se fosse qui, sarebbe fiero di me. Questi sono i motivi per cui bisogna ridere, ridere, ridere. Se ci fermassimo a pensare, moriremo.
Per l’acquisto del libro: Redazione Il Papavero, telefono 338.7780160 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12
Romina Capone