La prima frase che rimane nella mente di questo libro è un’affermazione dell’autore con cui apre il primo capitolo: «Io non sono stato un amico di Ayrton Senna». Nel ventesimo anniversario della morte del più grande pilota di tutti i tempi (1/5/1994 – 1/5/2014) sul circuito di Imola, Franco Panariti, da grande ed esperto giornalista che per trenta anni ha fatto del “circus” della F1 il suo mondo, ci tiene a precisare il concetto perché si sa che in certe circostanze le “amicizie” escono fuori come funghi. Il suo libro, come recita eloquentemente il titolo, è una ricostruzione di quel maledetto fine settimana del Gran Premio di San Marino, iniziato e concluso nel peggiore dei modi. Metodico e preciso, si attiene ai fatti, agli appunti che con tanta fatica si decide a rispolverare per riparlare di una storia mai completamente chiusa, anche a distanza di venti anni. Ma non crediate che il libro sia una sequela di dati tecnici o di fredde analisi. No, tutt’altro. Il suo scritto coinvolge, commuove con rabbia chi ha vissuto quegli anni anche se soltanto da spettatore e non da vicino come ha fatto lui per lavoro. Il dolore di Panariti si percepisce molto bene tra le pagine, un dolore insopportabile a fronte di tante bugie, di depistaggi nelle inchieste, neanche fossimo in una spy story.Una ricostruzione che trasuda cuore, passione, amore per la Formula Uno. Quel cuore e quella passione che apparteneva ancora, in quegli anni, agli straordinari interpreti che erano i piloti, allora i veri protagonisti. In un ambiente in cui si vive di velocità, di performance, Panariti vede e racconta magistralmente i valori tecnici e umani che altrettanto velocemente spariscono. Nel frattempo cambia il mondo e a lui non piace più, sia nell’automobilismo che nel giornalismo. Diventano tutti “plafonati” come ama dire lui. La sua stima immensa per l’uomo e il pilota Senna, con cui ha spesso a che fare professionalmente, ma anche per tanti altri piloti di quel periodo, emerge in ogni riga di questo libro molto interessante e ben scritto. Gli ultimi capitoli si leggono con il cuore in gola… gli atti processuali estenuanti e contraddittori, partoriranno un topolino, seppur illuminante. Il 1994 è lontano, tutti guardano avanti. Lui no.
Oggi, tristemente, Panariti rilegge il suo libro con amarezza, la stessa che gli fece decidere di infrangere la legge e di entrare nel garage dove era custodita la macchina di Senna, sotto sequestro giudiziario, per cercare di togliersi un’ossessione di dosso, senza aspettare i tempi biblici della giustizia italiana. Andando via, dopo aver visto, una sola certezza nella sua mente, la stessa che un ignoto tifoso lasciò scritta su un traliccio vicino alla fatale curva del Tamburello: “Ayrton, per un tuo errore non saresti mai morto”. Senna – Cronaca di una tragedia (Absolutely Free Editore) è un libro che, dolorosamente, ricostruisce la genesi di quel Primo Maggio del 1994, partendo da dove pochi si immaginerebbero… da uno stato d’animo del campionissimo brasiliano. Solo chi riesce a scrutare oltre i dati di un computer può permettersi di avventurarsi, con cognizione di causa, in un ambito così delicato. Franco Panariti ci è riuscito. Da leggere, senza alcun dubbio.
Paolo Leone