Il Festival della Filosofia di Modena, Sassuolo e Carpi è entrato nel vivo. Tanti i nomi di prestigio della prima giornata, che hanno infiammato il pubblico con incontri, dibattiti e conferenze. Tra gli autori più importanti Zygmunt Bauman, il teorico della società liquida, protagonista di una lectio magistralis dedicata alla trasformazione culturale che segna l’ingresso in una società dove non solo le merci, ma anche le identità, sono consumabili.
«Basti pensare al cambiamento di valore della parola amico che si è avuto tra ieri e oggi grazie a Internet, per capire come i rapporti siano diventati facili e superficiali», ha detto il sociologo tedesco parlando del concetto di «relazione pura» contrapposta a una «relazione liquida, senza vincoli, che punta alla soddisfazione contingente, senza impegno, ma creando di conseguenza angoscia e frustrazione». Il concetto descritto da Bauman nel suo libro Consumo, dunque sono si applica perfettamente ai nuovi rapporti che, per lo studioso, somigliano sempre più al rapporto che abbiamo con le cose nella società dei consumi, dove tutto è usa e getta.
«Sono rapporti che vivono di un monologo e non di dialogo, che si creano e si cancellano con un click del mouse, accolti come un momento di libertà rispetto a tutte le occasioni che la vita e il mondo ci offrono. In realtà, la mancanza di impegno e la selezione delle persone come merci in un negozio sono solo un viatico per l’infelicità reciproca. Una relazione, specie se d’amore, è un’occasione di felicità ma non deve mai essere basata sulla convenienza, che riduce i rapporti a qualcosa di superficiale e frustrante, impedendoci di raggiungere quelle cose autentiche che ognuno di noi continua a desiderare». Per Bauman quando le relazioni di coppia, genitori-figli, o di amicizia si trasformano in rapporti soggetto-oggetto, processo favorito dal Web, «nascono problemi morali seri e l’insicurezza si infiltra ovunque, creando angoscia permanente».
Piera Vincenti