CASA SAVOIA, LA FINE INGLORIOSA DI UNA DINASTIA

IN LIBRERIA

Nel bene o nel male hanno fatto la storia del nostro Paese. Oggi, l’ultimo erede calca le scene televisive. E gli italiani ormai seguono solo il gossip sui giornali. Casa Savoia – Ascesa e declino della più antica dinastia europea (Dalai editore, pp. 528 – Euro 18,50) racconta la fine ingloriosa della dinastia più antica d’Europa.

Per quasi metà del Novecento l’Italia è stata una monarchia. Nel secolo «breve», sul trono sono passati tre re: due per brevissimo tempo, un altro per quasi cinquant’anni durante i quali abbiamo combattuto due guerre mondiali, altre tre minori e abbiamo conosciuto il fascismo. Eppure, dei Savoia nei libri di storia si parla pochissimo. La dinastia, semmai, si è fatta conoscere di più dopo l’esilio, con gli ultimi eredi che hanno occupato per decenni le pagine dei settimanali popolari e infarcito le cronache rosa e nere. Due facce per uno stesso nome che questo libro cerca di ricostruire e far combaciare. Perché è notevole e sconcertante il salto dal figlio del re che aveva incontrato Garibaldi per celebrare la raggiunta unità nazionale a quell’Emanuele Filiberto che può vantarsi di aver tenuto banco con Pupo al Festival di Sanremo. Tanto da giustificare un dubbio avanzato da un parente stretto (e condiviso da una parte notevole degli italiani che ancora rimpiangono la monarchia): pensando agli ultimi centodieci anni come a uno slalom, non sarà che i Savoia hanno sbagliato tutte le porte?

Enrico Mannucci è nato a Firenze nel 1952. Ha cominciato a fare il giornalista nella redazione toscana di «Paese Sera» passando poi in varie testate («La Nazione», «Il Tirreno») ed entrando all’«Europeo» nel 1987. Ha poi lavorato ad «Anna» e al «Corriere della Sera» (di cui è collaboratore) fino al 2011. Fra i suoi diversi libri, In pace e in guerra (2006) e Caccia grossa ai diari del duce (2010). Per Dalai editore ha pubblicato: I giornali non sono scarpe (1995) e Il marchese rampante (1998).

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