La casalinga ideale? I consigli in un libro

“ […] Ogni casalinga entrando in un semplice supermarket guarda un’altra donna in due maniere: con occhio storto o compiacimento! Comincia a sentirsi inferiore nei riguardi di una dottoressa o di una donna ricca e affermata; al contrario, manifesta superiorità se è lei a godere di maggior potere e stabilità, quest’ultima ovviamente intesa come sicurezza personale, o per dire, come atteggiamento deciso e risoluto. Qualcuno le parla? Bene, è allora che iniziano i complessi […]”

 

L’alleanza tra donne viene meno proprio quando si crea questo confronto serrato fra le due rappresentanti della società femminile: le donne che lavorano fuori dalle pareti domestiche e le casalinghe. Entrambe si sentono giudicate, quasi sotto esame, come evidenzia Flower Stylosa nel libro “Donne si nasce. Casalinghe si diventa” (Arduino Sacco Editore – 9,22 euro – pp. 112).

Un libro ironico e alquanto illuminante che traccia un profilo della casalinga perfetta, dando consigli semplici, suddivisi in paragrafi con il supporto di tabelle e di disegni gradevoli per la vista e utili.  “[…] Per colmare l’improvvisa disistima di se stessa allora, la donna complessata torna a casa e si mette a cercare la sicurezza in qualcosa. Inizia a fissarsi su tutto quello che le passa per la testa affinché raggiunga l’obiettivo donna. Subentra la fissazione della casalinga […]”, scrive l’autrice. In “Donne si nasce. Casalinghe si diventa” il concetto di base è che una casa è come un’impresa e il lavoro tra le pareti domestiche è importante quanto quello subordinato o di professioniste e imprenditrici. Anche perché queste ultime, a meno che non abbiamo uno stipendio da manager affermate, sono costrette spesso a fare anche i lavori domestici. Quindi, questo piccolo manuale è adatto a tutte le donne. I consigli riguardano più ambiti, anche quello della maternità.

“[…] Una buona casalinga può cambiare la società perché dando una buona educazione ai figli, migliora l’ambiente in cui viviamo […]”. Dunque, come dicevamo, si tratta di un libro scorrevole che abbiamo molto apprezzato nonostante il suo tentativo di voler circoscrivere i lavori domestici al mondo femminile, suggerendo alle mamme di insegnare alla figlie a svolgere le faccende di casa. Non sarebbe invece più consono non fare più questa distinzione tra maschi e femmine, siccome la società sta cambiando? Non sarebbe più giusto invece impartire questi insegnamenti anche ai figli maschi?

 

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