Così diversi commenti in rete al suo ultimo libro, “Un padre è un padre” (Rizzoli), uscito quest’anno. La scrittrice siciliana, Catena Fiorello, è un mix di loquacità e gentilezza, semplicità e intelligenza.
Perché ha scelto il tema della paternità?
Volevo raccontare chi è il genitore, colui che sceglie di amarti senza se, e senza ma, e senza legami di sangue necessari. Chiaramente il genitore biologico quasi sempre ti ama incondizionatamente ma allo stesso modo ti può amare anche un estraneo. Volevo raccontare un padre che fosse totalmente diverso da quello che è stato nella mia vita.
Com’è stato il suo papà?
Meraviglioso, molto attento. Ci ha amato e curato in maniera personalizzata ad ognuno di noi quattro figli. Ha investito tanto tempo nella nostra educazione, nella nostra formazione. Aveva anche un senso della maternità molto spiccato, non che mia madre fosse assente, anzi tutt’altro. Lei è sempre stata molto severa, così a mio padre spesso toccava quella parte che di solito spetta alla madre, ad esempio giustificare un figlio.
Ma c’è dell’autobiografico in questo libro?
D’istinto direi nulla, pensandoci bene però c’è qualcosa sicuramente quando Paola, la protagonista della storia, parla delle sue fragilità e poi la sua forza, il bisogno d’amore. E` una ragazza tosta, muore la mamma quando ha 22 anni, deve lavorare deve darsi da fare. Così mi sono rivista da ragazza ad Augusta quando dovevamo guadagnarci la vita. Mio padre era un appuntato della Guardia di Finanza e in casa c’era uno stipendio solo, quindi ogni cosa che facevamo ce la dovevamo guadagnare. Lui faticava molto per garantirci il minimo indispensabile. Mia madre ci diceva sempre di studiare perchè così avremmo potuto lavorare e quindi avere una dignità. E poi c’è questo coraggio di Paola, che credo di aver avuto nella vita, nel senso che non mi sono mai tirata indietro rispetto ai problemi, sono sempre andata incontro alle cose e questo è un insegnamento della mamma.
La famiglia spesso è al centro dell’attenzione nei suoi libri, eppure esce letteralmente a pezzi dalle cronache attuali. Cosa sta succedendo?
L’ultimo Sinodo ha visto come protagonista la famiglia. Vuol dire che in effetti anche le piu alte sfere degli apparati, che riguardano ad esempio le religioni, hanno compreso che questa famiglia attraversa un momento di grande difficoltà. Oggi le famiglie sono cambiate, sono allargate, ci sono le famiglie con omosessuali, insomma ci sono forme nuove di famiglia e tutti questi sentimenti vanno gestiti. A ciò si aggiunge anche l’irresponsabilità di alcuni neogenitori che pensano di poter fare la stessa vita di prima, questo mal si sposa con la realtà. Oggi lo sport praticato da molti genitori, ad esempio quando c’è un problema a scuola, è dare la la colpa ai professori, ma andiamno anche a vedere perchè questo figlio non ha voglia di fare niente.
Com’è la vita di una scrittrice?
Quando scrivo è dedicata totalmente alla scrittura, anche otto o dieci ore al giorno e durante gli ultimi due mesi, mi creda, non vivo più: praticamente ventiquattro ore su ventiquattro penso al libro. Durante i periodi in cui non scrivo, faccio una vita abbastanza ritirata e spesso mi trovo in giro per l’Italia per presentare il libro magari uscito da qualche mese. Chi sceglie di fare lo scrittore fa questo tipo di vita, almeno per me è così. Ti sposi proprio con il tuo lavoro.
Lei è una scrittrice apprezzatissima eppure di recente mi sembra di aver letto sul suo profilo facebook che ancora oggi c’è qualcuno ben disposto ad ospitarla in tv purchè si parli anche di Rosario e di Beppe! Ma insomma quanto pesa questo cognome?
Allora dico: se tu mi stai invitando in un programma televisivo e poi magari fai vedere uno spettacolo di Rosario o una fiction di Beppe…, ecco la trovo una cosa fuori luogo, che svilisce il mio lavoro. Sinceramente preferisco un’ospitata in meno in tv, vuol dire che andrò in quei posti dove mi invitano per parlare del mio libro. Pensi che volevo anche cambiare nome, magari scrivere con uno pseudonimo ma poi ho pensato: mica sono la sorella di un camorrista, se i libri continuo a venderli vuol dire che qualcuno ci ha trovato qualcosa di buono.
A proposito di facebook, che rapporto ha con i social network?
Un rapporto libero, mi piace scrivere tanto. Penso però a quelli che scrivono in forma anonima ed è una cosa sicuramente non corretta, da vigliacchi. Alla fine ognuno di noi ha tantissimi contatti ma poi ti rendi conto che nei momenti difficili sei solo. Sinceramente non credo che i social apportino qualcosa di concreto nei sentimenti delle persone.
E’ vero che sua sorella Anna, la meno famosa dei Fiorello, è anche la più creativa?
Verissimo! Ha un negozio a Roma dove vende ceramiche siciliane molto belle con delle vetrine stupende. Lei ha proprio una ceratività tutta sua e poi è molto spiritosa. Le faccio leggere sempre i miei libri in anteprima, ho bisogno di persone che mi dicano la verità, sincere fino in fondo. Tra queste ad esempio ci sono anche alcune mie amiche di Augusta, dei tempi del liceo, amicizie vere, persone con le quali si sono condivise esperienze, con cui ancora oggi c’è un qualcosa di magico”.
Il prossimo libro?
Sarà una storia d’amore molto tenera tra due anziani. Voglio dar voce a due persone ‘grandi’, cerco di raccontare una dimensione che in questa società si tende spesso ad accontonare, a maltrattare. Eppure penso che loro abbiano tanto da dire, bisognerebbe ascoltarli. Sono attratta molto dalla cultura orientale dove c’è proprio il culto dell’anziano come grande saggio. In Italia invece va bene se ti chiami Agnelli o Napolitano. Il libro dovrebbe uscire in estate e spero davvero di fare del mio meglio nel raccontare una romantica storia.
Emilio Buttaro
CATENA FIORELLO
Sorella di Beppe e Rosario Fiorello, è una scrittrice affermata. Classe 1966. Ha pubblicato diversi libri, come “Casca il mondo, casta la terra”, “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” e “Un padre è un padre”, editi da Rizzoli.