È una grande mostra quella dedicata alle Scatole di Chiara Briganti, in corso da sabato 10 novembre 2012 alla Galleria Ceribelli di Bergamo, tanto che la sua apertura è stata prorogata fino al 2 marzo 2013. L’esposizione è una rara occasione di ammirare le opere di un’artista poco nota al grande pubblico ma molto apprezzata dalla critica – artistica e letteraria – che ha sempre frequentato il suo studio e amato le sue invenzioni prospettiche. Chiara Briganti (Montpellier, 1921) realizza da più di quarant’anni le sue scatole-ideorama, come le definì Mario Praz nella ricerca della parola appropriata per identificare queste opere prospettiche, mise-en-boîte d’objets trouvés, che rappresentano, senza mai diventare didascaliche, racconti fiabeschi, allusioni e citazioni letterarie, evocazioni di momenti storici, spesso in una relazione non immediata con il testo figurato.
«Un enigma che non si svela», scrive Vincenzo Farinella nel testo in catalogo che accompagna la mostra o, come sosteneva Roberto Tassi: «ciò che rende tanto originali, poetiche e moderne le opere di Chiara Briganti è soprattutto il loro mistero, la loro difficile decifrazione».
Le opere visionarie di Chiara Briganti che si situano in una linea di continuità che discende dai maestri del dadaismo e del surrealismo quali Marcel Duchamp, Man Ray e Joseph Cornell. sono collages, silhouettes, paesaggi dipinti, frammenti di cristalli racchiusi in scatole di diverse fattezze, a volte scrigni di vetro, a volte solidi forzieri. Ed è l’autrice stessa a confessare che suoi lavori, come in una sorta di autoanalisi, traducono e trasfigurano sogni e ossessioni, gioie e dolori privatissimi dando corpo ad una mitologia personale che stimola l’immaginazione di chi li osserva e di cui lei sola detiene il segreto.
La mostra presenta tutta produzione dell’artista, dai primi lavori che risalgono agli anni Settanta ai più recenti realizzati nell’anno in corso, e si sviluppa nelle numerose sale della galleria che sono state trasformate in luoghi poetici ed evocativi dall’allestimento progettato e realizzato da Graziano Gregori. L’architetto e scenografo marchigiano è intervenuto negli ambienti espositivi creando un contesto visionario dove ha collocato le opere. «Ho voluto trasfigurare lo spazio della galleria per ospitare l’immaginario creando una realtà illusoria di grande suggestione che consente al visitatore di entrare in contatto con la sensibilità dell’artista». Trasformando a loro volta le stanze in scatole e attraverso l’uso di specchi e della luce, Gregori ha ricreato un mondo moltiplicato all’infinito che disorienta e cattura i pensieri rinchiusi in queste opere facendoli diventare sogno.
Biografia
Nata in Francia, a Montpellier, il 25 agosto del 1921 Chiara Briganti è sempre vissuta in Italia. Nel corso degli anni si è occupata di storia dell’arte, di restauro pittorico, della salvaguardia e del restauro del patrimonio artistico del Palazzo del Quirinale – del quale ha anche in seguito ricostruito e raccontato la storia – di architettura degli interni e di design. Dal 1978, ha iniziato l’esperimento delle sue “mise-en-boîtes”, ed ha partecipato a varie mostre, sia personali che collettive, in Italia e all’estero. Dal 1989 è Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Le sue opere sono presenti in vari musei e in numerose collezioni private. Attilio Bertolucci, Jean-Marie Dunoyer, Beniamino Placido, Mario Praz, Eugenio Riccomini, Maria Luisa Spaziani, Roberto Tassi, Lorenza Trucchi e Federico Zeri hanno parlato del suo lavoro.