Qualche giorno fa in un delizioso bistrot del centro ho avuto la fortuna di incontrare una persona capace di soffermare, in mezzo al caos e al brusio di ogni giorno, il proprio sguardo sulle piccole cose, sui colori, sui particolari; un uomo in grado di fermare un momento qualunque esaltandone i dettagli che alla massa sfuggono; un artista capace di raccontare una storia partendo da un oggetto comune… Claudio Giuli è un fotografo alla continua ricerca di sguardi, ombre, corpi che comunicano attraverso la loro verità. I suoi scatti divorano sensazioni, esplodono, volano e allo stesso tempo accarezzano il soggetto con una luce rispettosa che evidenzia e sottrae, e ancora coinvolgono l’osservatore spronandolo a inventare una storia che non c’è.
La complessità e la ricchezza del mondo fotografico di Claudio Giuli contrasta con la sua semplicità che emerge non appena inizia a raccontare di quando, per la sua Prima Comunione, riceve in regalo una macchinetta polaroid, misteriosamente scomparsa pochi giorni dopo, lasciando quel bambino incuriosito. A 17 anni spinto dal proprio istinto compra una nuova macchinetta ed inizia a scattare, ma senza attenzione né consapevolezza di questi gesti. Passano gli anni e ancora una volta ecco una macchinetta fotografica in regalo: a questo punto il “messaggio” che gli arriva è chiaro e scatto dopo scatto la passione si accende e aumenta sempre più. Dopo le prime esperienze, arrivano i primi servizi, le prime mostre collettive, gli Street Art, i servizi alle modelle ed i primi nudi, i lavori nei teatri. Ma lo sguardo di questo straordinario fotografo si accende quando inizia a parlare degli scatti fatti durante gli incontri di boxe, sport che ama particolarmente, e sono proprio queste foto le protagoniste di una sua recente personale: ecco che tornano i dettagli di una fronte sudata che possiamo quasi vedere sussultare per i colpi subiti, o la maestosità di un sacco da boxe solitario al centro del ring .
Ma la ricca personalità di questo artista è incontenibile e così resto sorpresa nello sfogliare il libro di poesie di Anna Apolloni “Parole Sospese”, in cui alla delicata scelta delle parole di questa poetessa sono accompagnati vibranti scatti. Amo molto la definizione che Giuli dà della fotografia, chiamandola semplicemente cuore: «non è questione né di bravura né di tecnica, possono addirittura essere fatte delle belle foto con un cellulare, purché quello che riesci a vedere parta dal cuore, altrimenti non è nulla. Il cuore è uno stato e la fotografia è quel momento in cui ti emozioni: l’emozione può anche venire da un bicchiere vuoto, perché dietro questo bicchiere vuoto c’è un ricordo, una storia, c’è un momento di solitudine, ma se i bicchieri sono due, potrebbero anche parlare di una storia d’amore o magari di una storia che non è riuscita a sbocciare, potrebbe essere qualsiasi cosa, ma di sicuro quello è cuore e tu devi saper scattare in quel preciso istante, altrimenti perdi». Per questo non ama intervenire sulle proprie foto con ritocchi vari, proprio per preservare quell’attimo, perché la foto importante può essere anche una foto sfocata… Lasciamo Claudio Giuli e la sua arte con la promessa di rincontrarci presto, magari in occasione di una nuova mostra, quando con i suoi scatti ci permetterà di fare ancora un nuovo viaggio nelle emozioni…