Nell’ambito della manifestazione culturale comasca “Parolario”, la scrittrice Cristina Caboni (nella foto in basso, alla vostra sinistra) ha presentato il suo romanzo d’esordio, “Il sentiero dei profumi”. A fare da cornice all’evento, moderato dalla giornalista Serena Brivio, villa Sucota, storica dimora sul lago di Como e sede dell’associazione Antonio Ratti. L’autrice – che si occupa anche dell’azienda apistica di famiglia – con affabilità e gentilezza ha concesso un’intervista a Cultura & Culture.
Cristina, innanzitutto grazie per la tua disponibilità. Complimenti per il tuo lavoro e per questo esordio “con il botto”. Com’è nata l’idea del romanzo?
Nasce tutto dal mio lavoro, perché io vivo in un mondo molto profumato. Le api si nutrono di nettare, che viene prodotto dai fiori. Una sera, mentre ero in postazione (per postazione si intende l’insieme di tutti gli alveari, n.d.r.) dell’eucalipto, mi sono accorta che c’era un profumo molto intenso. I fiori stavano dando il nettare e le api erano pronte a raccoglierlo. L’ho percepito come un segnale, un linguaggio che i fiori stavano dando alle api, allora è in quel momento che mi è giunta l’illuminazione. Mi sono resa conto che il profumo è un linguaggio che tutti comprendono, è privo di barriere linguistiche ed è qualcosa di estremamente affascinante, anche se purtroppo ultimamente lo abbiamo un po’ trascurato, soprattutto in questa vita frenetica. Avevo voglia di raccontare qualcosa che riguardasse il mondo dei profumi, così ho pensato di creare una storia che potesse essere coinvolgente.
Ti aspettavi un successo di questo tipo?
No, assolutamente. Credevo molto nella storia, perché l’ho vissuta intensamente e mi sono buttata a capofitto, tant’è che l’ho scritta veramente in pochissimi mesi e mi sentivo parte di essa, però non potevo proprio immaginare che potesse avere tutto questo successo e che il libro venisse acquistato anche all’estero; questo per me è stato molto emozionante.
È davvero possibile realizzare un profumo su misura?
Io sono convinta di sì, perché il profumiere è un intermediario tra le esigenze e i desideri di una persona e la persona stessa. Un profumiere abile è in grado di trasformare le emozioni in fragranze, aiutando la persona a conoscere se stessa.
Che significato ha la scrittura per te?
Sicuramente è un modo per comunicare, ma anche per allietare. È comunicazione nel senso che è un modo per stare insieme. Io, autrice, racconto qualcosa e una persona che ama questa storia ne usufruisce, e allo stesso tempo, però, riesce a darmi in cambio qualcosa.
Hai un rapporto molto stretto con i tuoi lettori e ciò lo si evince anche dalla tua pagina Facebook, dove sei molto attiva e interagisci con loro, rispondendo ai post che vengono pubblicati sulla bacheca. Ti piace mantenere vivo il dialogo con i fan?
Assolutamente sì. Loro, più che pormi domande, mi raccontano tantissime cose, e ciò è veramente straordinario. Mi sento arricchita dai miei lettori che mi raccontano tutto quello che questo libro ha suscitato in loro.
Nel tuo libro c’è una frase molto bella e significativa: “il profumo è il sentiero, percorrerlo significa trovare la propria anima”. Anche per te è così?
Nel libro, il profumo era l’anima di Elena. Tutti noi abbiamo un sentiero che è dato da quello che siamo. Il profumo dice a Elena chi è, e l’augurio che mi sento di fare a tutti è proprio quello di riuscire ad ascoltare la propria anima e ritrovarsi; occorre però essere coraggiosi, e talvolta ciò significa lasciar perdere quello che si fa abitualmente nella vita di tutti i giorni e andare invece al nucleo, alla verità. Il profumo mi ha aiutato tanto perché è qualcosa di vero: una persona non può indossare un profumo che non ama.
Possiamo dire che, attraverso il profumo, Elena ha trovato e si è ritrovata.
Esattamente, e quello era il suo percorso. Anche noi, ovviamente, abbiamo il nostro percorso. Il profumo è in grado di restituirci un ricordo sotto forma di emozione: è uno scrigno di ricordi, e le emozioni sono le cose più importanti della nostra vita. Attraverso di esse siamo in grado di ritrovare noi stessi.
Un ruolo importante nella vita di Elena è giocato dalla nonna.
La nonna rappresenta la sapienza, è la persona che tramanda il mestiere e le conoscenze a Elena. Tra le due c’è un legame fortissimo. Devo ammettere che in lei c’è un po’ di mia nonna, con la quale ho vissuto e che per me è stata una figura di riferimento. Mi ha saputo sempre dare dei consigli che mi hanno aiutata nelle diverse situazioni della mia vita.
I tuoi progetti per il futuro?
Sto lavorando a un nuovo romanzo, proprio oggi abbiamo avuto una riunione d’équipe. La natura fa parte di me, di conseguenza io scriverò sempre in un determinato modo, però attualmente non posso proprio rivelare nulla (sorride n.d.r.).
Tu sei sarda. La tua è una terra bellissima, ricca di paesaggi incantevoli e molteplici profumi… senza rivelare particolari, ci puoi dire se nei tuoi prossimi lavori hai intenzione di parlare della Sardegna?
Si tratta di paesaggi forti ed emozionanti, contraddistinti da una natura aspra. Ora, come ti dicevo, non posso dire nulla, però per parlare della Sardegna bisogna conoscere le parole adatte. Chissà, magari un giorno le troverò e le potrò utilizzare per renderle giustizia.
Cristina, grazie ancora per questa piacevolissima chiacchierata. Vorresti fare una dedica ai tuoi lettori e, perché no, anche ai lettori di Cultura & Culture?
Volentieri! Innanzitutto ringrazio tutti i lettori che hanno speso il loro prezioso tempo a leggere il mio libro. Ai lettori di Cultura & Culture mando un caro saluto!
È possibile seguire Cristina sul suo sito e su Facebook
Chiara Bernasconi