“In lui l’ambiguità contemporanea si mostra sfacciata, insolente, provocante. E` infatti un pittore gestuale, per certi versi angosciato dalle slabbrature del tempo e del colore, che tuttavia maschera benissimo la sua timidezza e la sua ansia esibendosi in esagerate caricature iperrealiste televisive di molti personaggi famosi. Ma è un Alighiero Noschese che non vuole rinunciare a essere anche se stesso, che sa di non essere mai interamente quello che appare”.
Vincenzo Sparagna
Dario Ballantini imita personalità come Angelino Alfano, Margherita Hack, Giorgio Napolitano, Valentino Rossi, anche se il comico deve il suo successo sul piccolo schermo all’imitazione dello stilista Valentino, le cui prime performance risalgono al 1998. Tutti, o quasi, hanno visto almeno una volta i servizi on the road di Striscia la Notizia, in cui Ballantini interagisce con personaggi del mondo dello spettacolo o dello sport come se fosse il vero Valentino. Ma c’è un altro aspetto del celebre imitatore, forse meno noto al grande pubblico ma di eguale valore e spessore culturale. Ballantini è innanzitutto un artista, nel senso letterale del termine. La pittura è, infatti, una passione che lo showman livornese coltiva sin da bambino, seguendo le orme del padre e dello zio, tanto che la fama pittorica del poliedrico artista oggi, dopo varie vicissitudini, ha varcato i confini nazionali toccando città quali Londra, Parigi e Miami. I suoi quadri fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private.
Ballantini è uno studioso della trasformazione, del mutamento. La sua arte è tipicamente espressionista: le pennellate sono audaci, taglienti e mettono in risalto i molteplici e contradditori volti dell’uomo moderno che indossa una maschera, dando così forma a “Identità artefatte”. Ed è proprio “Identità artefatte” il titolo dell’ultimo percorso espositivo che ha toccato diverse città italiane ed estere, ultima Palermo. La personale – che è stata allestita presso Palazzo Sant’Elia, dal 24 aprile scorso – è stata promossa dalla Fondazione Sant’Elia, con il patrocinio della Provincia di Palermo, ed è stata prodotta da “Arteventi” di Stefania Morici. La mostra, curata da Massimo Licinio, ha riscosso grande partecipazione di pubblico e per questo è stata prorogata fino al 23 giugno 2013. Il percorso era costituito da ottanta opere, nelle quali identità immaginarie prendevano vita sulla tela, esprimendo se stesse mentre un groviglio di sensazioni interiori, anche causate da forze esterne, scuotevano il loro animo. Ballantini è un artista che lavora sulla ricerca del sé, in un contesto storico fatto di paradossi e antinomie…
m.i.