Tutti a diciassette anni sognano di essere invincibili e immortali. Jude Westwick lo è davvero. Studente ribelle in una scuola di provincia a Twindale, Massachusetts, viene costretto a passare il sabato pomeriggio a scuola per scontare una punizione e così scopre che quarant’anni prima è avvenuto un brutale omicidio proprio nella cantina di casa sua. Decide di indagare ma farà una scoperta che cambierà per sempre la sua vita che, da quel momento, si trasformerà in una continua lotta contro un destino che sembra ineluttabile. Ma è davvero così?
«Quello del destino, del fato, è un argomento centrale che per millenni ha interessato la filosofia e la religione», racconta Davide Roma, autore de Il bacio di Jude (Sperling & Kupfer, pp. 289, Euro 17,90), un romanzo che ha il fascino del fantasy e la suspense del thriller, capace di tenere il lettore incollato alla pagina. «Nei tre volumi della trilogia – prosegue il giovane scrittore milanese – quello del destino sarà un argomento fondamentale. Solo alla fine della storia si capirà fino a che punto la vita del protagonista è già scritta e quanto egli possa determinarla con le sue scelte. All’inizio, Jude cerca di opporsi al suo destino e sembra riuscirci ma poi dovrà arrendersi perché capirà che quella è la sua natura. Il conflitto interiore del protagonista, per metà essere umano e per metà creatura soprannaturale, accompagnerà tutto il romanzo».
Davide Roma, definito il wonder boy del fantasy italiano, racconta che l’idea per il suo romanzo d’esordio è nata da un rifiuto. «Il rifiuto di offrire al lettore qualcosa di banale e scontato, come può essere un commissario che indaga su un omicidio. La mia scrittura è stata influenzata dal regista cinematografico Christopher Nolan e anche la scelta dell’ambientazione americana rientra nella volontà di offrire un prodotto originale. Spesso gli scrittori italiani raccontano storie provinciali e autoreferenziali, io ho deciso di scrivere una storia di pura fantasia che facesse colpo per i personaggi e la trama».
Eppure, rivela Davide Roma, qualcosa di autobiografico c’è. «Da quando si è sparsa la notizia della pubblicazione della trilogia, gli amici hanno iniziato a chiamarmi Jude ma in realtà il personaggio autobiografico è un altro. Un giorno forse lo svelerò».
Accanto al protagonista, un ruolo di primo piano è riservato alle figure femminili. «La storia d’amore si intreccia con quella più dark – spiega l’autore – Si creerà addirittura un triangolo amoroso tra Jude e due ragazze, Amber ed Emily, che influenzeranno il comportamento del protagonista e avranno un ruolo decisivo per l’intera vicenda».
Il romanzo si muove tra diversi generi letterari, dal fantasy, al thriller, al romanzo gotico. «Ho utilizzato la tecnica del crossover, ovvero accostare generi diversi, non necessariamente letterari. Ad esempio, ho mescolato elementi di un telefilm per adolescenti come può essere Dawson’s Creek con le atmosfere dark del romanzo gotico Dracula. La magia del passato con le tecniche narrative moderne».
Il secondo volume della trilogia è quasi completo. L’autore ce ne dà qualche anticipazione: «Nel primo libro si scopre la vera natura di Jude. Il secondo è il più dark della serie, in cui il protagonista vuole testare il suo lato oscuro per scoprire fino a che punto può spingersi».
Piera Vincenti