I disagi giovanili in tempi di Covid sembra che siano in aumento. Ma come affrontarli? Risponde a questa domanda il dottor Furio Ravera nel libro edito da Salani ‘Anime Adolescenti. Quando qualcosa non va nei nostri figli. Come accorgersene e cosa fare’.
Il noto psichiatra e psicoterapeuta scrive un volume divulgativo rispondendo a molte domande sui principali disagi adolescenziali. Con uno stile semplice e d’impatto, che sfrutta lo stile dell’intervista aperta, il libro è infatti una valida guida.
Il dottore si concentra nello specifico sulle principali dipendenze, dalla tossicodipendenza ai disturbi del comportamento alimentare e all’alcolismo, soffermandosi poi sul bullismo, sul cyberbullismo, sui suicidi e sull’autolesionismo.
Disagi giovanili. Come nascono?
E allora come nascono i disagi giovanili? Secondo Ravera – che fa riferimento al libro ‘La società signorile di massa’ di Luca Ricolfi – bisogna partire dalla constatazione di uno squilibrio fra il numero di persone che producono ricchezza, che lavorano e quelle che non lavorano ma sfruttano questa ricchezza accumulatasi nelle due generazioni del dopoguerra che si sono impegnate nel lavoro e nel risparmio.
L’inflazione dei titoli di studio ha alimentato l’illusione di poter accedere a determinate posizioni senza valutare la propria competenza e la disponibilità di quelle posizioni, favorendo il rifiuto di condizioni di lavoro che sono state vissute come non corrispondenti a ciò che si pensa di essere e ai talenti che si pensa di avere.
Di conseguenza la disparità tra chi lavora e chi non lavora ma gode della ricchezza che viene prodotta contribuisce a mettere a disposizione un’enorme quantità di tempo che necessita di essere gestito. La mente che vaga, si precisa nel libro, tende ad essere una mente infelice.
Gli studi eseguiti con la risonanza magnetica e con elettroencefalografia hanno permesso di evidenziare un circuito che rimane silente quando il soggetto è impegnato nell’esecuzione di un compito e si attiva quando il soggetto non è impegnato.
Il risultato dell’attività di questi circuiti non è sempre gradevole. I circuiti crebrali attivati sembrano essere legati alla riflessione profonda su di sé. In sintesi quando non siamo impegnati siamo più inclini a fare considerazioni profonde sulla nostra vita che farebbero affiorare i disagi. Questo non significa che, per non sentire il disagio, bisogna riempirsi di attività che ci esdauriscono. Durante l’adolescenza però l’inerzia potrebbe essere un fattore di rischio.
L’adolescenza è una fase molto delicata. Ecco perché
L’adolescenza è una fase molto delicata: «Il cervello adolescente va incontro a una potatura di sinapsi dei lobi frontali, quelli in cui si trovano le procedure, i principi, i valori, le funzioni di governo delle emozioni, per liberarsi dagli schemi del funzionamento infantile, che non servono più, e allestire nuovi programmi», si evince nel libro.
Un adolescente, che non ha impegni, per non sentire il disagio della mente che vaga, potrebbe cercare di riempire il vuoto esistenziale con una dipendenza: alcol, droga, disturbi del comportamento alimentare…
Nel grande supermercato dei rimedi per la mancanza di senso, dell’impazienza sottile generata dalla noia e dell’ansietà del vuoto si innescano facilmente le dipendenze.
Come relazionarsi con i propri figli?
Furio Ravera spiega nel suo manuale anche qual è il modo migliore per relazionarsi con i propri figli. Tutto parte da quando il bambino è un neonato. Credenze strampalate e prive di fondamento scientifico ci hanno fatto pensare che la mente di un bambino in fasce sia capace di strategie, funzioni e ricatti. Il bambino ha invece bisogno solo del contatto finché questo non verrà integrato e in parte sostituito dall’acquisizione del linguaggio.
Nel contatto fisico con la madre il bambino regola il ritmo cardiaco, il respiro e non attiva la cascata neurormonale dello stress. (…) I bambini non vogliono stare in braccio, non lo sanno nemmeno, ne traggono un giovamento istintivo, hanno bisogno di stare in braccio.
Con il contatto si gettano le basi per il rapporto di fiducia tra figli e genitori che ha i suoi primi mattoni nell’esperienza corporea.
In Anime adolescenti poi si esaminano, con dati alla mano, i vari disagi e dipendenze. Nel capitolo sul bullismo e sul cyberbullismo per esempio si danno dei consigli anche su un uso corretto del cellulare. Insomma questo libro è da leggere per conoscere, prevenire e agire.
Note biografiche sull’autore
Furio Ravera vive a Milano ed è psichiatra e psicoterapeuta. E’ cofondatore della comunità terapeutica Crest e dirige, presso la casa di cure Le Betulle, un reparto per la diagnosi e il trattamento dei disturbi della personalità e le tossicodipendenze. Tra i suoi libri Un buco nell’anima (Mondadori) e Un fiume di cocaina (Bur). Voto al suo nuovo libro? [usr 3.5]