E FU SUBITO REGIME

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«La fine della loro storia, i protagonisti delle vicende narrate in questo libro, non la conoscevano in anticipo. E anche il lettore dovrebbe fingere di non conoscerla, se vuol capire il senso della storia». Così scrive Emilio Gentile, autore di E fu subito regime (Laterza, pp. 335, Euro 18,00) che con il suo ultimo libro ci introduce nella storia del fascismo e della marcia su Roma.

«Fece fessi tutti»: la frase, niente affatto elegante ma volgarmente efficace, fu usata nel 1949 da Cesare Rossi, uno dei più stretti collaboratori di Benito Mussolini nei primi anni del fascismo, per descrivere l’abilità con la quale il giovane duce, alla vigilia della marcia su Roma, mise nel sacco tutti i maggiorenti della classe dirigente liberale, che avrebbero potuto impedirgli di diventare il capo di un nuovo governo. Giolitti, Nitti, Orlando, Salandra e Facta caddero nella trappola delle trattative condotte separatamente con ciascuno di loro, fra settembre e ottobre del 1922, ognuno pensando di essere scelto come presidente del Consiglio in un ministero di coalizione con la partecipazione dei fascisti. E mentre il duce trattava, il partito fascista mobilitava la sua organizzazione armata per la conquista del potere. Con la violenza delle squadre dominava gran parte dell’Italia settentrionale e centrale e sfidava apertamente lo Stato. Fu così che l’attimo fuggente catturato con la marcia su Roma divenne l’inizio di una nuova era.

Emilio Gentile, storico di fama internazionale, ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza. Nel 2003 ha ricevuto dall’Università di Berna il Premio Hans Sigrist per i suoi studi sulle religioni della politica. È autore, tra l’altro, di L’apocalisse della modernità. La Grande Guerra per l’uomo nuovo (Mondadori), Contro Cesare. Cristianesimo e totalitarismo nell’epoca dei fascismi (Feltrinelli) e Le origini dell’ideologia fascista 1918-1925 (il Mulino).

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