Che avesse la dote innata ai piedi non c’erano dubbi. Ma che fosse un mago anche con la penna, ci sorprende. Federico Masi, calciatore professionista, del Bari, pubblica con Edizione Galassia Arte il suo primo romanzo giallo: “Masia, un calcio alla vita“. Nato nel 1990, il giovane difensore ha militato, oltre che nel Bari, alla Fiorentina e nella Nazionale Under 21 serie B. Un thriller ambientato tra i campi di calcio, è frutto di un eccellente lavoro di fantasia.
La trama – Tutto ha inizio in una grotta sul monte Tuscolo, ai Castelli Romani. Un corpo senza vita giace a terra sul terreno umido. È il corpo dell’accompagnatore di una squadra di calcio giovanile, Luciano Pasquali. Beatrice, la compagna dell’uomo affida le indagini a un investigatore privato. A lui si affiancano altri due personaggi, i quali scoprono un diario segreto, che Luciano custodiva gelosamente. Le indagini spostano la vicenda da Roma a Firenze. Dal diario segreto emerge la personalità della vittima, i suoi valori, le sue paure, le sue ansie. E allora via d’un fiato a scoprire chi l’ha ucciso e perché, forse, era scomodo a qualcuno. Quindi, la dedizione totale al Calcio. Il mondo del pallone, raccontato nelle pagine di questo diario, sotto tutti gli aspetti, leciti e illeciti, a cui chi infila le scarpette sa di andare in contro.
Analizziamo il titolo del libro, “Masia, un calcio alla vita“. La parola “Masia” ha un valore ambivalente; se accentiamo la prima A, la lettura ci porta a paragonarlo alla parola Mafia. Quindi l’orrore di un mondo che appartiene a pochi eletti. Se invece ci concentrassimo sulla storia raccontata nel libro, ci verrebbe da pensare alla parola Magia. Sì, la magia dei sogni di coloro che sin da piccoli correvano su e giù tirando calci a un pallone.
L’intervista – Cosa rappresenta per Federico Masi la scrittura e il mondo dei libri lo spiega alla Redazione di Cultura&Culture.
Lei è un calciatore affermato; da dove nasce la passione per la scrittura?
Amo leggere; scrivere è il modo in cui esterno tutte le mie sensazioni. Quando sono nervoso, teso o preoccupato per qualcosa, mi affido ai libri. Scrivo. Così riesco a staccare la spina dai problemi del mondo frenetico. L’idea di scrivere questo romanzo nasce dopo il secondo infortunio che ebbi al ginocchio. Il primo nel 2007, quando avevo 17 anni, il giorno del mio compleanno. Non credo ai segni del destino… ma forse chissà… Affogo i miei dispiaceri tuffandomi nei mondi fantastici racchiusi tra le pagine. Quando posso mi dedico totalmente a questa attività. Mi rende felice.
Il titolo del thriller è ambivalente. Lei interpreta la parola Masia come Mafia o come Magia?
Magia. Tutti noi dovremmo vivere di magia. È lei che illumina le nostre giornate. Possiamo associare la parola mafia, non al senso stretto del termine, bensì a tutti quegli episodi che urtano la nostra vita. Il male di ogni giorno, vinto dal sole della felicità. La storia, racconta di un omicidio all’interno dell’universo calcistico, l’ho scritta a mò di scongiura, quasi come un esorcismo. Spero tanto che mai nessuno si macchi di un crimine così efferato.
Perché il connubio tra Scrittura e Sport. In che modo si possono fondere le due realtà non tanto simili?
Scrivere mi riporta alla realtà alienata dal binario calcistico. Questo è un libro, al di là della fama, a cui tengo tantissimo. Spero che chi legge abbia ricevuto in cambio qualcosa. Voglio trasmettere la mia serenità, la mia grinta e determinazione. Voglio che quando lo finisce, il lettore ne esca arricchito.