In una gelida notte di neve del 1964, il dottor David Henry, ortopedico, non fa in tempo ad accompagnare la moglie in ospedale e decide di farla partorire nel suo studio, assistito dall’efficiente Caroline Gill, segretamente innamorata di lui. Dopo un lungo travaglio, Norah Henry dà alla luce due gemelli, un bel maschietto e una bambina. Il medico si accorge subito che la piccola è affetta dalla sindrome di down e decide di abbandonarla. Alla moglie dice che è nata morta ma in realtà l’affida all’infermiera affinché la porti in un istituto per “ritardati mentali”, una pratica non infrequente all’epoca. Caroline non se la sente di abbandonare Phebe in quel posto e decide di fuggire con lei per ricostruirsi una nuova vita. Intanto, Norah fa celebrare una veglia funebre per la figlia che crede morta. David, che da ragazzo aveva visto soffrire la madre per la morte della sorellina malata, crede di aver agito in buona fede, risparmiando alla moglie e al piccolo Paul una sofferenza. Ma il dolore è dietro l’angolo e lentamente si insinua nelle loro vita, viscido come una serpe, fino a separali completamente: David si estranea nella fotografia, Norah si attacca prima alla bottiglia e poi a una serie infinita di amanti. Il marito finge di non sapere perché il segreto da lui custodito è ben più grande. Paul soffre terribilmente per la situazione dei genitori, che inevitabilmente segna il suo percorso di crescita.
In una città vicina, intanto, Phebe cresce serena e felice. Caroline, grazie al supporto del marito Al, conduce numerose battaglie per il riconoscimento dei diritti delle persone down, a cominciare dall’istruzione fino al lavoro. E così Phebe, terminata la scuola, trova un impiego e anche l’amore. Quando i gemelli hanno ormai 24 anni, David muore portando il suo segreto nella tomba. Toccherà a Caroline Gill svelarlo.
Figlia del silenzio (Garzanti Libri, pp. 419, Euro 9,90) è un ottimo romanzo d’esordio, firmato da Kim Edwards. L’autrice tratteggia una storia dolorosa, eppure piena di speranza, ripercorrendo i misteri sfuggenti del dolore e dell’amore e il potere della verità capace, al tempo stesso, di guarire e distruggere l’animo umano. La storia appassionata di una famiglia ma soprattutto un libro appassionante in cui il destino dei singoli personaggi è legato alla scelta di uno solo, che sconvolge la vita di tutti coloro che ama. Non meno importante il tema sociale trattato dal romanzo: l’essere down in una società, quella degli anni ’60, in cui ancora poco si sapeva della malattia. La scelta di David era del tutto “normale” per l’epoca ma c’erano genitori che si ribellavano e la battaglia di Caroline è indicativa di un movimento che ha scosso tutto il Paese affinché ai ragazzi down fossero aperte porte in precedenza chiuse.
Piera Vincenti