134 fotografie per raccontare le diverse modalità con cui varie scuole di pensiero si sono approcciate al paesaggio italiano. “II PAESAGGIO ITALIANO. FOTOGRAFIE 1950 – 2010”, questo il titolo della mostra che apre le sue porte domani, venerdì 24 gennaio, e che sarà visitabile sino al 20 di aprile presso il Museo di Roma in Trastevere. Un’iniziativa che, come suggerisce il titolo dell’esposizione, intende ricostruire sessant’anni di paesaggio italiano a partire dagli scatti che l’hanno fissato su pellicola. «Nella storia dell’arte – spiegano gli organizzatori – il paesaggio appare relativamente tardi, ossia nel Rinascimento, quando Leon Battista Alberti descrive scientificamente la prospettiva nel suo De Pictura e di conseguenza si apre al mondo la rappresentazione della città, delle sue forme e delle sue geometrie. In fotografia, invece, il paesaggio compare con grande enfasi fin dalle origini del mezzo e l’atto di fotografare i luoghi diventa parte dell’esperienza dell’ottocentesco Grand Tour ma anche delle avventure coloniali e, più semplicemente, rende possibile far vedere luoghi sconosciuti».
LA MOSTRA – Tra le 134 fotografie in mostra trovano spazio, quindi, diversi approcci al paesaggio. Esposti, infatti, pittorialisti tra cui Riccardo Peretti Griva o Enrico Pavonello, fotografi vicini all’estetica Crociana come Giuseppe Cavalli, Piergiorgio Branzi, Alfredo Camisa, Giuseppe Moder, Raffaele Rotondo e Dino Bruzzone, gli aderenti a La Gondola tra cui Gianni Berengo Gardin, Elio Ciol, Fulvio Roiter, Gino Bolognini, Giuseppe Bruno, i neorealisti come Luigi Crocenzi, Gianni Borghesan e Nino Migliori e i paesaggisti del Touring Club Italiano Bruno Stefani, Toni Nicolini, Ezio Quiresi e Francesco Radino. A questi nomi si aggiungono, poi, Carla Cerati, che «negli anni ’60 lavorò sul paesaggio – riprendono – così come un altro fotogiornalista, Giorgio Lotti, di cui memorabili furono i reportage sull’alluvione di Firenze». Sempre degli anni Sessanta sono anche le idee di viaggio come scoperta di un territorio che Paolo Monti aveva iniziato a mappare in modo sistematico, di paesaggio come qualcosa di strettamente legato alla letteratura, come insegnano maestri del calibro di Mario Giacomelli e Ugo Mulas, e di terra come riassunto di estetiche del paesaggio rinascimentale, pensiero, quest’ultimo, di Franco Fontana. E poi il finire degli anni Sessanta, con i paesaggi marginali e i non luoghi di Guido Guidi, la bellezza del Mediterraneo (Giuseppe Leone, Ferdinando Scianna, George Tatge) e la dimensione urbana (Gabriele Basilico, Mario Cresci, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Gianantonio Battistella, Vittore Fossati, Andrea Abati, Marco Zanta, Nicola Lorusso, Nunzio Battaglia, Vincenzo Castella), fino agli anni Settanta della città invasa di Roberto Salbitani. Qui «appare negli spazi urbani l’invasione della pubblicità di cui Oliviero Toscani e Franco Turcati esaltano la dirompente potenzialità mediatica, mentre Luca Maria Patella, Rosa Foschi, Mario Sillani Djerraian e poi Gianluigi Colin, Marcello Di Donato, Davide Bramante e Maria Mulas si misurano da parte loro con il paesaggio fantastico». Infine spazio agli ultimi decenni di scorci sul paesaggio, sino a raggiungere la visione contemporanea del paesaggio frammentato.
Dal 24 gennaio al 20 aprile
Museo di Roma in Trastevere, Roma
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 20.00, chiuso lunedì
Biglietti: intero 7,50 euro, ridotto 6,50 euro
Info: www.museodiromaintrastevere.it