Lena Dunham, da “Girls” al libro “Non sono quel tipo di ragazza”

Care donne, se cercate qualcuno capace di infondere coraggio e passione o semplicemente una nuova forma di intrattenimento per ridere ed evadere, correte su Google a cercare il nome di Lena Dunham. Cari uomini, se non ci state più capendo nulla, fate lo stesso. Lei ha 28 anni, è un’attrice, una sceneggiatrice, una regista e soprattutto una delle icone del femminismo postmoderno. La sua serie tv Girls, grande successo del canale americano HBO, è diventato un cult per le nuove generazioni lanciando nell’olimpo di Hollywood un talento irrinunciabile come quello del suo partner (nella serie) Adam Driver. Lo show si è aggiudicato numerosi premi e Lena Dunham è diventata la prima donna a vincere il Directors Guild Award come miglior regista di una serie comica, protagoniste della quale sono le ansie, le frustrazioni e le insicurezze di un gruppo di ragazze di Brooklyn ma anche le loro gioie, i loro desideri e la loro bellezza.

Girls serie tv

Il tutto è condito da una scrittura vivace, ardita e un grande senso dell’ironia che hanno fatto sì che la Dunham venisse definita la Woody Allen del nuovo millennio. Il merito del suo successo sono il talento, il coraggio e una buona dose di sfacciataggine che l’hanno resa invisa ai critici benpensanti statunitensi. Sessista, razzista, superficiale, volgare: non sono poche le accuse che sono state rivolte alla sua serie dalla sua messa in onda, nel gennaio 2012, e non sono meno quelle di cui è oggetto il suo primo libro autobiografico “Non sono quel tipo di ragazza”, in inglese “Not That King of Girl”.

Lena Dunham ©David Shankbone
Lena Dunham ©David Shankbone

Se nella serie tv non ha avuto problemi a mettersi letteralmente a nudo cosa che, neanche a dirlo, le è valsa una valanga di critiche, nel libro la Dunham scrittrice lo fa in modo metaforico quando ci rivela i particolari più scottanti della sua lotta con i chili di troppo e soprattutto con il suo disturbo ossessivo-compulsivo. Il rischio è che le sue parole risultino ripetitive per chi ha seguito la sua serie fin dalla prima puntata e conosce i disagi di Hannah (la protagonista interpretata dalla stessa Dunham) o piuttosto insulse per chi non l’ha mai seguita. La scrittura letteraria della Dunham risulta infatti molto meno incisiva di quella televisiva. Battute che avrebbero potuto funzionare sul piccolo schermo, nel libro non lasciano il segno. Detto ciò, che il libro sia considerato “controverso” e che alcuni critici conservatori possano aver dedotto da alcuni passaggi che la Dunham abbia molestato la sorella è semplicemente ridicolo. Di sicuro la star di Girls non ha accettato di buon grado le critiche, definendole “disgustose”, cancellando alcuni eventi di presentazione del libro e annunciando querela. Su questo non possiamo certo darle torto ma la sua ambizione di realizzare “il libro più divertente dell’anno” si è rivelata piuttosto pretestuosa e inespressa.

Sperling & Kupfer
Sperling & Kupfer

C’è sicuramente qualcosa di vero in chi la considera una ragazza newyorkese immatura e viziata come si evince dal capitolo dedicato alla morte, argomento affrontato in modo decisamente superficiale da chi fortunatamente non si è dovuto confrontare con un dolore così grande. Tuttavia a delle trovate banali, Lena alterna degli aneddoti molto divertenti, delle osservazioni acute (come quella, secondo cui “piacersi non è socialmente accettabile”) e gustose citazioni letterarie e cinematografiche. La sua penna potrebbe sembrare a tratti irritante e acerba ma in un finale consapevole e intelligente la ragazza si trasforma in una giovane e brillante donna, preannunciando l’ascesa di un talento moderno che è appena cominciata. Statene pur certi! Non conosciamo ancora la data della messa in onda della terza bellissima stagione di Girls in Italia ma la quarta in America è attesissima per il prossimo anno. Inoltre la Dunham ha annunciato al New Yorker Festival che sta lavorando alla trasposizione cinematografica del romanzo per bambini Catherine, Called Birdy di Karen Cushman, che è stato uno dei capisaldi della sua infanzia.

Rosa Maiuccaro

 

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