Grande attesa a Napoli per l’incontro di venerdì 26 ottobre 2012 con lo scrittore e teologo Girolamo Dal Maso. L’appuntamento è per le 16.30 alla Biblioteca Nazionale di Napoli. L’autore del volume Selvaggi: grazia e disgrazia nei romanzi di Flannery O’Connor (Tuttle, 2012) parlerà del libro, che approfondisce la scrittura o’connoriana partendo dai due romanzi La saggezza nel sangue (Wise Blood) e Il cielo è dei violenti (The violent bear it away). Il saggio spazia dall’analisi letteraria a quella teologica, fino alla storia dell’arte e non teme di avanzare interpretazioni che accostano teorie semiotiche della soggettivazione e storia del blues anteguerra, figure come Bruegel e Nick Cave, come S. Giovanni della Croce e Quentin Tarantino.
Conduce il dibattito Gary Rasnick, animatore dell’American Literature Reading Group della Biblioteca Napoletana che da 13 anni esamina i classici della letteratura americana. L’appuntamento si inserisce nella rassegna “Flannery O’Connor in Naples” che prevede in ottobre e novembre numerosi eventi nei luoghi storici della città partenopea.
Flannery O’Connor è una delle voci più geniali e influenti della letteratura americana del Novecento. La sua vita tragicamente breve, trascorsa isolata dalla mondanità letteraria, ha contributo a farla collocare tra gli scrittori di culto, che non concepiscono la narrativa solo come evasione. L’autrice, infatti, attraverso la sua scrittura ha tentato di svelare ciò che è invisibile ma che è nella realtà e costituisce la risposta alle grandi domande sulla vicenda umana. I protagonisti della sua narrativa e le loro vicende sono quasi sempre segnate dalla violenza, dalla follia e dalle deformazioni, ed assurgono a veri e propri simboli della presenza del divino, del mistero e della grazia nella vita umana. I suoi due romanzi, La saggezza nel sangue (Wise blood) del 1952 e Il cielo è dei violenti (The Violent bear it away) che descrivono con toni accesi, e spesso ironici e provocatori, gli aspetti peggiori della realtà, l’esistenza del male nella vita degli uomini. I fine dell’azione però è sempre dimostrare il mistero, la Grazia che soccorre l’uomo, anche se egli non se ne accorge e non è disposto ad assecondarla.