Oscar Wilde è stato maestro di aforismi; perciò le sue frasi sono state raccolte in un libro edito da Feltrinelli e uscito l’11 luglio 2012.
In questa raccolta, che attinge sia dalla produzione prettamente aforistica sia da quella narrativa e drammatica del grande autore inglese, è racchiusa una completa panoramica del suo genio, ordinatamente disposta per tematiche in modo da facilitare la consultazione. “Spesso penso che Dio, nel creare l’uomo, abbia in qualche modo sopravvalutato la Sua capacità”: difficile, pensando a Oscar Wilde, essere d’accordo con lui; o ancora “mi sorprendo sempre. È l’unica cosa per cui valga la pena vivere”. Insomma in questo testo prezioso potete conoscere il pensiero di questo illustre scrittore e poeta che ha dettato uno stile, un modo di essere!
Figlio di una poetessa, Oscar Wilde nasce a Dublino nel 1854. Compiuti studi classici nella sua città e a Oxford si reca a Londra, dove per l’ingegno brillante e le pose stravaganti si impone presto nei circoli artistici e mondani. Viaggia molto: Francia, Italia, Grecia, Nordafrica. Nel 1882 è negli Stati Uniti per un fortunato ciclo di conferenze. Dopo una breve e fallimentare esperienza matrimoniale, desta scandalo la sua relazione con lord Alfred Douglas. Ormai osteggiato dalla stessa buona società che vedeva in lui un idolo, subisce un processo e la condanna per omosessualità a due anni di lavori forzati (1895).
Il successo letterario è notevole fin dalle prime opere (Poesie, 1881). In seguito Wilde pubblica le favole per adulti Il principe felice (1888) e La casa dei melograni (1891). Nello stesso anno escono i racconti Il delitto di lord Arthur Savile, due libri di saggi (Intenzioni; L’anima dell’uomo sotto il socialismo) e Il ritratto di Dorian Gray, suo unico romanzo, testo simbolo del decadentismo e dell’estetismo. E autore di commedie ancora oggi rappresentate in tutto il mondo: Il ventaglio di lady Windermere (1892), Un marito ideale e L’importanza di chiamarsi Ernesto (entrambe del 1895). Il suo lavoro teatrale più celebre rimane tuttavia il dramma Salomè, scritto in francese nel 1891 per Sarah Bernhardt e successivamente musicato da Richard Strauss (1905). Scrive durante la prigionia alcune fra le più belle pagine in prosa (De profundis, uscito postumo nel 1905), oltre alla Ballata del carcere di Reading, pubblicata nel 1898. Rifugiatosi a Parigi dopo aver scontato la pena, muore in miseria nel 1900.
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