Copertina a sfondo rosa, Empire State Building sullo sfondo e scritta glitterata, così si presenta ai lettori ‘Golden Girl’, il nuovo romanzo di Candace Bushnell che dal 3 novembre è disponibile qui in Italia grazie a Piemme Edizioni. L’autrice molto famosa in America grazie al grande successo di ‘Sex And The City’, ‘Lipstick Jungle’ senza dimenticare i più recenti ‘Summer in The City’ e ‘The Carrie Diaries’, con Golden Girl torna fra gli scaffali delle librerie dopo un lungo periodo d’assenza, realizzando un romanzo sui generis, fresco, divertente, con qualche imperfezione, ma comunque fotografia della nostra modernità. Con un passato da modella ma con la passione per il giornalismo, Candace Bushnell si è sempre distinta per il suo stile deciso e stucchevole, una delle poche autrici contemporanee capace di tratteggiare con cura e disinvoltura, i sogni, gli amori e le aspirazioni delle donne che vivono in una New York popolata da uomini. I suoi scritti sono una continua ed estenuante celebrazione del ‘girl power’, una celebrazione questa che seppur centellinata, la si legge anche in Golden Girl. La Grande Mela infatti fa di nuovo da sfondo alla vita sconclusionata di Pandy. Lei è una scrittrice di successo, ha una vita agiata, sta divorziando da un marito assente e menefreghista e Monica, la protagonista dei suoi romanzi, sta per vivere una seconda vita grazie ad una trasposizione cinematografica a lei dedicata. […]”Era estate e Monica era di nuovo dappertutto. Era al supermercato, negli espositori dei tabloid tra caramelle e gomme senza zucchero, vicino alle casse. E anche lì, sul lato delle pensiline alle fermate degli autobus. E lì, sulle copertine delle riviste di moda nei saloni di bellezza. […] Monica era felice. Tanto, tanto felice. La guardavi e all’improvviso volevi essere lei. A meno che, naturalmente, non fossi già lei. O fossi stata una versione di lei, nel passato.” Seppur supportata dalle sue amiche, Pandy sente l’esigenza di scrollarsi di dosso Monica, vedere cosa c’è oltre questo orizzonte. Quando però l’editore non rimane soddisfatto del suo ultimo romanzo, la scrittrice pensa che solo la sua ex-migliore amica/attrice SondraBeth (Monica sul grande schermo), può risollevarle il morale. Questo avvenimento apre un lungo flashback che mostra attimi di vita vissuta da una donna sola ma dal gran talento. […]“Pandy sorrise, in un improvviso momento di affetto verso Monica. Ripensò alla prima volta che aveva visto salire il cartellone. Era stata talmente emozionata che aveva chiesto a SondraBeth Schnowzer, l’attrice che interpretava Monica nella versione cinematografica, di venire da lei ad assistere al montaggio del cartellone. Erano rimaste lì a sedere per ore, rapite, come se l’universo avesse deciso di fare loro questo regalo: un film privato sulle loro vite.”
Golden Girl (titolo italianizzato di ‘Killing Monica’) rappresenta il romanzo della crescita professionale e stilistica per l’autrice che, con le ‘avventure di Carrie Bradshaw’ si è consacrata ad idolo delle donne in carriera; questo suo ultimo lavoro, che si legge tutto d’un fiato, seppur conserva le caratteristiche più particolari dell’autrice – dagli splendidi panorami di una New York frenetica fino ai dialoghi ferrati – è un libro che non celebra né il bello né tanto meno la vita dissipata ed a limite della Grande Mela (almeno non nella sua interezza). Golden Girl è un racconto minuzioso, spassoso e patinato su una donna come tante, la cui fama pende nella sua modernità come una Spada di Damocle; Pandy infatti è infelice, non vuole essere più schiava di Monica e spera che riallacciare i rapporti con SondraBeth, possa essere una scelta necessaria e sufficiente per riacquistare una certa stabilità. L’autrice gioca molto bene su questo dualismo, mostrando alla perfezione i due lati della medaglia. Da una parte infatti traspare il carattere di Pandy, insicura di se stessa e della sua verve creativa, dall’altra SondraBeth con la sua veemenza, irrompe nel racconto come un uragano sconvolgendo equilibri già precari. È un romanzo in rosa diverso dal solito quello che la Bushnell realizza con tanta dedizione nei dettagli, perché finalmente non traspare solo il lato glitterato e pop del mondo di New York, benché la vicenda sia ambientata proprio in questo universo, ma volutamente decide di spostare l’attenzione sulla costruzione e de-costruzione di un personaggio. Golden Girl pennella il lato triste e sconsolato di Pandy, quello da vera leonessa, e da donna sicura di sé, ma riesce anche a tratteggiare il suo ‘lato oscuro’, ovvero le insicurezze, le vittorie e le sconfitte giornaliere. Seppur con qualche caduta di stile (sì perché il romanzo non è perfetto dato che perde un po’ di mordente durante la seconda metà della narrazione), rimane un esperimento piuttosto riuscito per un’autrice che non ha mai approfondito più di tanto le caratteristiche dei suoi personaggi. Non fatevi dunque ingannare dalla copertina patinata, perché in realtà Golden Girl è un romanzo in rosa ma dedicato alle donne forti, per quelle lettrici che cercano personaggi realistici e fuori dalla convenzionalità dei fatti, ma soprattutto questo è un libro dedicato alla donna in carriera, a quella persona in crisi lavorativa che trova nella vicenda di Pandy la voglia e la forza necessaria per andare avanti. Candace Bushnell quindi grazie a Golden Girl si fa portavoce nuovamente della moderna situazione lavorativa dove, in realtà, sono le donne le vere dominatrici in un mondo popolato da suoli uomini, ed in questo romanzo traspare tutto il suo essere femminista e tutto l’amore per una città che, da sempre, fa da sfondo alle sue vicende.
Golden Girl quindi piace per questo sottotesto, nascosto saggiamente fra un party a base di alcol e una passeggiata fra le infinite strade di New York ma che emerge prepotentemente grazie alle emozioni di Pandy, una donna in carriera dalle grandi aspirazioni capace di amare, soffrire e rialzarsi dal suo stesso pantano di commiserazione. Un romanzo ‘nuovo’ per la Bushnell, sperando che sia il primo esperimento di una lunga serie.