In principio era il Matrimonio e mai principio fu più disatteso: che l’umanità non sia monogama per natura è il segreto peggio custodito nella storia. Ma in principio, almeno, c’erano anche il sano adulterio di una volta, le scuse balorde tipo “vado alle Maldive con Claudio”, gli svergognata mormorati dalle beghine sotto i portici. Ora non più. Nel frattempo ci sono state la “ragazza con la pistola” Monica Vitti e Mrs Robinson nel Laureato, l’eterna quasi-tradita Melania Hamilton di Via col vento e l’emblema della cornuta consolatoria Hillary Clinton, le anacronistiche segretarie di Mad Men e l’amante redenta Camilla Parker Bowles. Oggi a tradire sono soprattutto le donne e l’eterno triangolo si è sfasciato: Lui si limita a rimorchiare su Facebook sconosciute con le quali non combinerà mai niente, Lei ha imparato a rendersi irreperibile per un paio d’ore truccando le notifiche dell’iPhone, e l’Altra ha smesso da anni di fingersi affranta in attesa di fianco al telefono. Com’è successo tutto questo? All’improvviso, come sempre accade: “Le cose cambiano di schianto. Un attimo prima sei lì che fai la vittima dei condizionamenti sociali e del grande amore infelice, un attimo dopo sei Ugo Tognazzi”.
I mariti delle altre (Rizzoli, pp. 175, Euro 12,00) è un libro duro e singolarmente nostalgico, ad alto potenziale di immedesimazione. Guia Soncini guida il lettore in un crescendo che alterna pietre miliari letterarie, cinematografiche e musicali con storie crisi, fidanzati illusi, intellettuali raffinatamente cornuti.