Il libro – In molte zone del mondo nascere femmina è una disgrazia. In alcuni di questi territori una donna non può camminare per strada da sola, né andare a scuola o uscire con le amiche, né frequentare coetanei dell’altro sesso, con i quali condividere sogni e speranze. Non potrà innamorarsi e poi disinnamorarsi. Non potrà diventare medico, né avvocato, né giornalista. E quindi non potrà mai dare il proprio contributo alla comunità per costruire un domani migliore, più autentico, più libero. I fautori di tutto questo sono paradossalmente uomini nati dal ventre di una donna, senza la quale non sarebbero neanche un’idea. Malala Yousafzai è una ragazza pachistana che non accetta tali soprusi e sogna di diventare medico per aiutare gli altri. Questa piccola donna coraggiosa ama lo studio e mette a rischio la sua vita per difendere la terra natia dalla logica dittatoriale dei Talebani. Ma il 9 ottobre 2012, mentre sta tornando da Scuola, le sparano. Le parole di quest’adolescente fanno paura più dei colpi d’arma da fuoco, poiché esse rendono le masse plagiate consce dei loro diritti e doveri. Di conseguenza non c’è Regime che tenga di fronte al desiderio di libertà di un popolo consapevole. Come possono pochi uomini gestire un’intera popolazione? Con la paura, distruggendo la Cultura e impedendo alle donne di studiare, in modo che queste non possano trasmettere il loro sapere ai figli. Malala ha compreso la logica dei Talebani; perciò non demorde e, dopo l’attentato, continua a lottare, tanto che oggi è la più giovane candidata al Premio Nobel per la Pace. La sua storia è al centro del libro “Storia di Malala”, edito da Mondadori e scritto da Viviana Mazza, giornalista del Corriere della Sera. Ha la forma di un diario, ma la forza di un pamphlet scritto per divulgare non solo le vicissitudini di una persona che ha alzato la voce ma anche quanto sta accadendo nella Valle di Swat, nel cuore del Pakistan. I disegni e il linguaggio semplice rendono questo libro, lungo 112 pagine, accessibile anche ai bambini, affinché in Occidente anche le cose che sembrano più scontate, come la cultura e il diritto allo studio, vengano considerate finalmente un dono prezioso, conquistato anche con il sangue dei nostri padri e nonni che hanno creduto nella possibilità di un domani migliori. Affinché impariamo a capire che oltre i confini italiani esistono popoli che non hanno le nostre stesse fortune…
La protagonista – Nel 2009 Malala Yousafzai, che adesso è nella lista delle 100 persone più influenti del 2013 secondo la rivista Time, inizia a tenere un diario per la BBC, in cui racconta la sua quotidianità e le ingiustizie subite. Per la sua lotta per il diritto allo studio delle bambine, viene ferita da un colpo di pistola alla testa, sul pullman che la riporta a casa da scuola, per mano dei talebani. Curata in Gran Bretagna è diventata un simbolo e la sua storia ha fatto il giro del mondo. Personalità politiche e protagonisti del mondo dello spettacolo le hanno espresso il loro appoggio: Angelina Jolie ha donato 200mila dollari e ha intitolato a Malala un fondo per lo studio di giovani ragazze indigenti e Madonna si è esibita in concerto con il nome Malala scritto sul corpo. Il 12 luglio 2013, giorno del suo sedicesimo compleanno, la ragazza è stata invitata a tenere un discorso all’ONU sulla sua storia, testimonianza dell’importanza dell’educazione come strumento dell’emancipazione femminile e di una società più libera e giusta.
Il discorso all’Onu
Seconda parte del discorso: http://youtu.be/JllCZcf6skk