In questo tempo così convulso non ci sono certezze, perché i piccoli e i grandi nuclei sociali – che un tempo sembrava ci proteggessero facendosi sentire al sicuro – sono in decadenza. Perciò bisogna trovare nuove risposte a domande esistenziali sempre più impellenti. I libri di auto-aiuto si insinuano in questo contesto indefinito, alcuni sono solo delle trovate commerciali, con titoli ad effetto e copertine accattivanti, altri sono ripetitivi e scontati. Ma in questo mare magnum editoriale talvolta spunta un volume che riesce a far presa sui lettori con contenuti validi proprio perché cerca di dare una risposta costruttiva ai quesiti della nostra epoca. ‘Il Coraggio di non piacere. Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità’ è uno di questi testi.
Il coraggio di non piacere: trama e recensione del libro
Scritto a quattro mani, dal filosofo e psicologo giapponese Ichiro Kishimi e dallo scrittore Fumitake Koga, il libro Il coraggio di non piacere – che è edito in Italia da De Agostini – ha il format del dialogo: un giovane, in piena crisi esistenziale, si rivolge ad un filosofo che nell’arco di cinque notti gli fa delle interessanti rilevazioni.
Il filosofo – che si rifà ai concetti della filosofia greca – illustra la scuola di pensiero dello psichiatra e medico austriaco Richard Adler che, insieme a Freud e Jung, è considerato il padre della psicologia del profondo. Che cos’è la felicità? Perché abbiamo bisogno dell’approvazione altrui sin dalla nascita e quanto influisce la società sull’individuo? Il filosofo risponde a queste domande con un linguaggio molto semplice e diretto che però non soddisfa l’allievo, il quale tenta di confutare il pensiero che gli viene esposto, a volte con rabbia, altre volte con eccessivo scetticismo.
Il filosofo si sofferma tra le righe anche sulle punizioni e sui premi nell’educazione del bambino, che, secondo Alder, aumentano il bisogno innato di essere approvati per evitare l’esclusione. Questa necessità, che è insita nell’essere umano, scaturisce dalla volontà di potenza che è come un impulso primordiale e si differenza dal concetto di libido freudiano. Il maestro spiega, quindi, al giovane che è inutile cercare le cause dei traumi (visione eziologica) perché ogni ostacolo – compresi i disagi e le malattie – ha un suo scopo preciso, ovvero quello di condurci all’autorealizzazione tramite proprio la volontà di potenza.
La danza della vita…
“La vita – spiega il maestro al ragazzo – non ha senso”, è l’individuo ad attribuirle un significato e dunque il tempo è l’inutile tentativo della mente pensante di catalogare e mettere ordine. Di conseguenza “l’unico tempo possibile è il presente”. Secondo il filosofo, la vita è una serie di puntini e l’individuo dovrebbe assecondare il flusso dell’esistenza con responsabilità. La libertà a questo punto è il fine ultimo e consiste nel liberarsi per davvero dal desiderio di piacere a tutti i costi trovando uno scopo alto nei contesti sociali che però non sia dettato dalla voglia di essere approvati.
‘Il Coraggio di non piacere. Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità’ potrebbe essere un libro (su Audible trovi anche l’audiolibro) illuminante per i neofiti del genere. Le idee qui esposte, tuttavia, potrebbero essere già note a molti perché Richard Adler ha influenzato diversi autori americani di ieri e di oggi riprendendo anche una parte del pensiero di Friedrich Nietzsche. La recensione è stata scritta da Maria Ianniciello