“Adesso sarebbe bello dormire finché i sogni non diventano cielo, un cielo sereno e senza vento, qualche piuma d’angelo che scende volteggiando a terra, per il resto nient’altro che la beatitudine di chi vive ignorando se stesso. Ma il sonno fugge i defunti. Quando chiudiamo i nostri occhi fissi, sono i ricordi ad aggredirci, non il sonno”.
Questo l’incipit del nuovo libro di Jón Kalman Stefánsson dal titolo emblematico: “La tristezza degli angeli”, da oggi 5 settembre 2012 nelle librerie italiane per Iperborea. Stefánsson, islandese, classe 1963, ex professore e bibliotecario, è passato alla narrativa dopo tre raccolte poetiche. I suoi romanzi sono stati nominati più volte al Premio del Consiglio Nordico e pubblicati dalle più importanti case editrici europee. “Luce d’estate ed è subito notte”, di prossima pubblicazione da Iperborea, ha ricevuto nel 2005 il Premio Islandese per la Letteratura. Paradiso e inferno è stato definito il miglior romanzo islandese degli ultimi anni.
In questo nuovo libro di 384 pagine, tradotto da Silvia Cosimini, lo scrittore racconta la storia di del postino Jens che è scampato alla furia delle bufere islandesi. Jens arriva alla locanda del villaggio, soccorso da un ragazzo orfano che ha perso in mare un suo amico. Insieme dovranno affrontare un’ultima, estrema missione per portare la posta nei lontani fiordi del Nord, dove il mondo cede il passo all’“inverno eterno”. Un uomo e un ragazzo. Un ruvido “gigante muto” con un amore segreto e troppi pesi sul cuore che cerca espiazione tra i ghiacci della brughiera. Un giovane alle prese con la ricerca di sé e la scoperta dei sensi che crede nel potere salvifico delle parole, nella profondità del sentire “che rende l’umanità sublime e maledetta”. Due solitudini inconciliabili si uniscono in una marcia epica attraverso l’inferno bianco, una battaglia fraterna per difendere la dignità dell’uomo contro il crudele mistero della natura. Con la voce incantata della poesia e la grazia di una visione che fonde cuore e pensiero, Jón Kalman Stefánsson racconta un viaggio verso l’origine stessa dell’esistenza, dove la più dura costrizione convive con la più vertiginosa libertà, e alla dolce tentazione della morte si oppone quella luce che portiamo dentro e che nonostante tutto rifiuta di cedere alle tenebre, perché “siamo a bordo di una barca che fa acqua”, ma “con le nostre reti marce vogliamo pescare le stelle”.
L’autore sarà oggi, 5 settembre 2012, alle 18.15 e domani, 6 settembre 2012, alle 11.15, al Festival della Letteratura di Mantova.