Il suo peggior nemico: il libero pensiero. La sua arma più terribile: l'”Auschwitz delle coscienze”, l’annientamento della persona con la violenza psicologica e l’isolamento in carcere. Esercito invisibile al servizio di un regime in guerra col proprio popolo, la Stasi è passata alla storia per l’efficienza operativa e l’ansia paranoica di controllo totale della vita di milioni di cittadini inermi. L’apertura degli archivi riservati permette oggi di guardare oltre il mito e ricostruire l’anatomia di uno dei più impenetrabili protagonisti della Guerra fredda. Come funzionava il sistema del “terrore discreto”, sconvolgente realizzazione del Grande fratello profetizzato da Orwell? E quali furono le operazioni top secret che resero la Stasi leggendaria oltre i confini della DDR?
A rispondere a tutte queste domande è Gianluca Falanga che nel suo ultimo libro, Il ministero della paranoia. Storia della Stasi (Carocci Editore, pp. 320, Euro 22,00), ricostruisce la storia dei servizi segreti e del loro ruolo nella Guerra fredda.
Gianluca Falanga vive e lavora a Berlino, dove collabora col Museo della Stasi e l’ex penitenziario della Stasi di Hohenschönhausen. Autore di numerosi saggi, ha pubblicato in Italia Non si può dividere il cielo. Storie dal Muro di Berlino (Carocci, 2009)e L’avamposto di Mussolini nel Reich di Hitler. La politica italiana a Berlino 1933-1945 (Tropea, 2011).